Offese fuori onda. Non passa la censura del presidente del consiglio di Legnano
Piena fiducia dalla maggioranza al presidente Umberto Silvestri accusato dalla minoranza di mancanza di imparzialità. Il sindaco: «La politica a Legnano torni a prevalere sullo scontro»
Non è passata, con 9 voti favorevoli e 14 contrari, la mozione di censura del presidente del consiglio, Umberto Silvestri, presentata da tutte le minoranza, tranne Brumana che ha comunque votato a favore. Nessuna scusa aperta per le offese (“come si lavora bene senza quel def..”) pronunciate dal numero due della maggioranza al termine dell’assise comunale, ma finite in streaming, nei confronti del consigliere comunale Francesco Toia (anche se il nome del consigliere non è mai stato pronunciato ndr). Questa la miccia che ha portato le opposizioni a chiedere le dimissioni di «una figura istituzionale – ha detto la consigliera Carolina Toia nel presentare la mozione – che ha ripetutamente rinunciato al suo ruolo di terzialità e imparzialità, rendendosi poi protagonista di un grave episodio di diffamazione».
Episodio decisamente ridimensionato dalla maggioranza dalla quale è arrivata, insieme al partito democratico, la piena fiducia e stima personale e politica nei confronti di Silvestri, che ha si pronunciato una frase poco felice ma in un contesto privato. Dopo qualche “mea culpa” per i toni inappropriati usati all’interno dell’aula anche da parte di consiglieri di maggioranza, è stato il sindaco Lorenzo Radice a richiamare ad «un comportamento istituzionale che deve essere prerogativa di tutti noi». «In questi giorni – ha ricordato il primo cittadino – si è voltato pagina e la città ha il diritto di sentirci parlare di più di politica: dobbiamo imparare tutti a rispettarci e a usare modalità di linguaggio consono. La politica a Legnano torni a prevalere sullo scontro. La città ci chiede di andare avanti».
Un messaggio che non ha però smorzato i toni in aula: «Alla fine i deficienti siamo noi – è stata la conclusione di Francesco Toia -: questa sera abbiamo sdoganato gli insulti in aula. Si è creato un precedente e la più grande sconfitta ce l’abbiamo noi con un presidente incompetente».
SPESE LEGALI PER IL PROCESSO FRATUS
Diversi i temi affrontati in consiglio comunale. Nel rispondere alla interrogazione presentata dal gruppo consiliare Lega, il sindaco Lorenzo Radice ha fatto sapere che le spese legali affrontate dal Comune per costituirsi parte civile nel processo dell’ex sindaco Fratus, del vice sindaco Cozzi e dell’assessore Lazzarini nell’ambito dell’inchiesta Piazza Pulita, (finito con l’assoluzione dei tre) ammontano a 11.000 euro. Di questi 5.200 euro sono stati spesi per pagare l’avvocato al processo di primo grado e altri 5.900 nel giudizio d’appello. Il primo cittadino ha ribadito che la costituzione come parte civile nel processo è stata «una scelta vincolata, non politica». La consigliera Toia ha insistito sul fatto che il Comune non avesse alcun obbligo nel costituirsi parte civile
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.