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Fratus, Cozzi e Lazzarini assolti in appello: dalla Lega un’interrogazione al Ministero della Giustizia

I deputati Cecchetti, Iezzi e Toccalini hanno depositato un'interrogazione al ministro Nordio per «valutare un’iniziativa ispettiva in relazione sia al procedimento, sia all’operato dei magistrati di Busto Arsizio»

gianbattista fratus

Dopo il parlamentino di Legnano, tocca al Parlamento italiano. A dieci giorni dall’assoluzione in appello dell’ex sindaco di Legnano Gianbattista Fratus, del suo vice Maurizio Cozzi e dell’ex assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini, i deputati Fabrizio Cecchetti, Igor Iezzi e Luca Toccalini hanno depositato un’interrogazione al Ministero della Giustizia per «valutare un’iniziativa ispettiva in relazione sia al procedimento, sia all’operato dei magistrati di Busto Arsizio» che si sono occupati del caso “Piazza Pulita”.

«Una carriera distrutta, la privazione della libertà personale e una giunta, democraticamente eletta, mandata a casa da un’inchiesta rivelatasi un buco nell’acqua, non possono passare inosservate», il commento affidato ai social dall’onorevole Cecchetti insieme all’annuncio dell’interrogazione al ministro Carlo Nordio.

Solo martedì 30 gennaio, la seduta consiglio comunale di Legnano – con un’aula insolitamente sold out per la presenza di esponenti della Lega da tutto il territorio, compresa l’europarlamentare Isabella Tovaglieri – si era aperta nel segno di una ferita, quella lasciata dalla stagione delle dimissioni di massa e dello “tsunami” giudiziario che ha travolto l’allora giunta leghista, che dopo cinque anni dai fatti appare tutt’altro che rimarginata.

Fratus, Cozzi e Lazzarini sono stati assolti in appello lo scorso 19 gennaio: erano stati travolti ormai quasi cinque anni fa dall’inchiesta “Piazza Pulita” e poi imputati a vario titolo nel relativo processo per turbativa di gara e, nel caso dell’ex sindaco, per corruzione elettorale. Nelle aule del Tribunale di Busto Arsizio il processo di primo grado si era concluso con la condanna a due anni e due mesi di carcere per Gianbattista Fratus, due anni per Maurizio Cozzi e un anno e tre mesi per Chiara Lazzarini. Per tutti inoltre erano arrivate multe e interdizione dai pubblici uffici.

Tre le procedure inizialmente contestate ai tre ex amministratori: il conferimento di un incarico di consulenza in Euro.PA (del quale era stato chiamato a rispondere il solo Maurizio Cozzi), la selezione del dirigente per lo sviluppo organizzativo di Palazzo Malinverni e la nomina del direttore generale di Amga. In corso di dibattimento, poi, si era aggiunta la contestazione dell’incarico a Flavio Arensi come direttore artistico del Comune. Il solo primo cittadino, inoltre, era stato chiamato a rispondere di corruzione elettorale: all’ex sindaco, infatti, era stato contestato un accordo stretto in sede di ballottaggio con Luciano Guidi, a sua volta candidato come sindaco al primo turno delle elezioni amministrative, per barattare la nomina in una municipalizzata per la figlia di quest’ultimo con i suoi voti.

L’ex primo cittadino e i suoi due ex assessori, però, avevano sostenuto di aver agito per identificare, di volta in volta, i candidati migliori, senza alcun interesse economico o patrimoniale nelle nomine contestate dalla Procura. Le difese hanno peraltro sempre sostenuto durante il dibattimento in primo grado che le procedure contestate dalla pubblica accusa non fossero gare, escludendo di fatto la sussistenza del reato contestato.

In appello la Procura generale di Milano aveva chiesto l’assoluzione degli imputati, confermando la richiesta di condanna per il solo Gianbattista Fratus per il capo di imputazione relativo alla corruzione elettorale. Impianto sostanzialmente sposato anche dalla seconda sezione penale della Corte d’Appello, che però ha fatto cadere anche le accuse di corruzione elettorale.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 01 Febbraio 2024
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