Città Metropolitana e Pari Opportunità, 54 richieste di aiuto nel 2023, 12 per discriminazione
Il rapporto annuale della Consigliera di Parità della Città metropolitana di Milano Barbara Peres. Per 12 volte affrontati problemi di discriminazione: al suo ufficio possono rivolgersi cittadini e cittadine di tutto il territorio
Cinquantaquattro richieste di aiuto, in media una/due alla settimana, soprattutto da parte di donne, ma con una casistica in crescita di uomini, che chiedono informazioni, tutela e talora assistenza nell’affrontare discriminazioni e violazione delle pari opportunità sul lavoro. È un 2023 intenso di lavoro e impegni quello che emerge dal rapporto annuale della Consigliera di Parità della Città metropolitana di Milano.
La consigliera Barbara Peres (sua supplente l’avvocata Silvia Belloni), è stata contattata da 50 lavoratrici e 4 lavoratori. Per 51 di questi accessi l’iter avviato dalla Consigliera di Parità si è concluso nell’arco dello stesso anno con 12 archiviazioni, 2 riorientamenti ad altri uffici o alla Consigliera di parità di competenza (regionale o di altra provincia), 16 informazioni e 12 pareri. Infine 9 dei complessivi 12 casi che sono stati presi in carico si sono conclusi arrivando a una soluzione positiva, per 4 grazie ad una mediazione della consigliera, per 3 attraverso una conciliazione stragiudiziale e per 2 con l’archiviazione. Queste ultime hanno riguardato lavoratrici discriminate in quanto madri e che hanno infine preferito rassegnare le dimissioni entro il compimento del primo anno di vita del loro bebè per beneficiare della Naspi. Tre i casi di cui è ancora in corso la mediazione. Va detto che per ciascuno dei 54 totali sono occorsi in media due incontri, mentre le mediazioni tra le parti (lavoratrice/lavoratore e datore di lavoro) hanno richiesto diverse convocazioni, fino anche a sette, prima di arrivare ad una conciliazione positiva che evitasse il ricorso al tribunale.
Casi di discriminazione
In merito ai 12 casi presi in carico, 11 riguardavano situazioni di discriminazione individuale, 1 di violenza sessuale. Nel dettaglio della discriminazione individuale, cinque riguardavano lavoratrici con problemi di orario di lavoro (conciliazione famiglia-lavoro), altri cinque casi hanno riguardato la tutela dei diritti di maternità/paternità; uno questioni di contrattazione e organizzazione discriminatoria. Il dodicesimo caso per il quale è stata aperta una istruttoria riguardava invece una violenza sessuale e si è infine chiuso con una conciliazione in sede protetta, controfirmata dalla consigliera, perché la vittima non se l’è sentita di proseguire nella sua battaglia.
Tra i casi di diritti di maternità/paternità contrastati o addirittura negati dal datore di lavoro anche quello di un padre, un manager licenziato in tronco dall’azienda alla vigilia della nascita del figlio, evento in vista del quale egli aveva comunicato l’intenzione di usufruire del congedo parentale di sei mesi. Il “giustificato motivo oggettivo” del licenziamento addotto dall’azienda è stato smentito nel corso dell’istruttoria e questo ha consentito di raggiungere un accordo economico tra le parti.
Per ogni caso sono occorsi almeno due incontri; in media la mediazione tra le parti (lavoratrice/lavoratore e datore/datrice di lavoro) ha richiesto diverse convocazioni, fino anche a sette, prima di arrivare ad una conciliazione positiva che evitasse il ricorso al tribunale. Ad ogni singola richiesta di assistenza segue infatti, da parte della Consigliera, un approfondito lavoro di disamina, verifica e studio. Occorre preliminarmente accertare il contratto di lavoro applicato, se l’inquadramento sia corretto o meno; quindi, determinare se la lavoratrice o il lavoratore siano effettivamente vittime di discriminazione e di quale tipo, anzitutto se individuale o collettiva. La seconda fattispecie è infatti di competenza della Consigliera regionale alla quale il caso viene trasmesso.
Non si è mai arrivati ad esperire la sentenza di un giudice in tribunale, quantunque, con la delega della vittima, la Consigliera di Parità possa anche rivolgersi al Giudice del lavoro, al Giudice penale o al TAR della Lombardia, e intervenire in giudizio. Nel corso del 2023 la Consigliera di Parità ha impegnato le proprie energie in varie attività di promozione dei principi di uguaglianza e pari opportunità nel mondo del lavoro, come le “Linee guida per un linguaggio amministrativo rispettoso del genere” della Città metropolitana di Milano.
I progetti
In collaborazione con la Protezione civile della Città metropolitana, la Consigliera di Parità ha avviato anche un progetto finalizzato ad analizzare la presenza femminile e il ruolo delle donne nello stesso Corpo. Nove i convegni attivamente promossi dalla Consigliera di Parità Barbara Peres. Quattro erano organizzati in seno a Città metropolitana ed hanno approfondito i temi del contrasto alla violenza sulle donne, della parità di genere nel mondo del lavoro, dei diritti negati in ambito lavorativo alle famiglie omogenitoriali e delle difficoltà che, sempre sul lavoro, incontrano le persone intersex. Ben cinque i corsi rivolti alle dirigenze sindacali e agli apicali di Afol Metropolitana, ai quali la consigliera Peres ha contribuito in qualità di docente, collaborando con Uil Lombardia e Milano, Centro Donna Cgil, la Consigliera di Parità di Regione Lombardia e AFOL Metropolitana. L’ufficio ha infine partecipato all’erogazione del corso di alta formazione antidiscriminatoria, organizzato in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati, grazie alla competenza della consigliera Silvia Belloni.
«Davvero un grande lavoro quello affrontato in questo primo anno di attività dal mio ufficio- afferma la consigliera di Parità, Barbara Peres – Un impegno al servizio di tutto il territorio, di lavoratori e lavoratrici che possono trovare attenzione alle loro problematiche e ascolto. L’obiettivo è arrivare sempre ad una mediazione, per cercare di risolvere le controversie e creare un contesto lavorativo non discriminatorio ed inclusivo. Ringrazio anche l’avvocata Belloni, consigliera supplente, per la collaborazione e invito lavoratori e lavoratrici a rivolgersi a noi qualora ne ravvisassero la necessità».
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