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Comitato Legalità a Legnano: “La giunta Fratus non è caduta per la condanna penale”

Dopo l'assoluzione in appello di Fratus, Cozzi e Lazzarini, il Comitato Legalità a Legnano torna sulle "battaglie" - di piazza e giudiziarie - portate avanti nel 2019

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Che l’assoluzione in appello dell’ex sindaco di Legnano Gianbattista Fratus, del suo vice Maurizio Cozzi e dell’ex assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini avrebbe inasprito ancora di più il clima al vetriolo che ormai da anni caratterizza la politica in città, era quasi una certezza. Non solo perché è un male ormai endemico – e non solo a Legnano – che davanti ad un processo ci si divida in tifoserie tra colpevolisti e innocentisti, ma anche e soprattutto perché quella degli arresti dei tre ex amministratori è stata una delle pagine più buie per la città in una primavera già quantomeno calda, tra dimissioni di massa in consiglio comunale, proteste di piazza e azioni legali.

Le dimissioni di massa in consiglio, le proteste in piazza, gli arresti: la primavera “nera” del 2019 a Legnano

Quelle proteste e quelle azioni legali che oggi il Comitato Legalità a Legnano, nato proprio intorno ai consiglieri che allora avevano rassegnato le proprie dimissioni per staccare la spina al consiglio comunale, vuole restituire al loro significato con le parole di Antonio Guarnieri, allora responsabile del comitato, e dell’avvocato Alberto Fedeli, allora legale del comitato per i ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato insieme al prof. Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, e all’avvocato Michela Cerini.

Guarnieri: “I procedimenti penali nulla hanno a che fare con le battaglie del comitato”

«A fronte di dichiarazioni di esponenti della Lega che distorcono i fatti, corre l’obbligo di precisare che le assoluzioni dell’ex sindaco Fratus e degli assessori Cozzi e Lazzarini, chiudono procedimenti penali che nulla hanno a che fare con le battaglie che allora fece il Comitato per la Legalità a Legnano – sottolinea Antonio Guarnieri -. Il comitato è sorto per far rispettare le legalità violata dal tentativo, attraverso l’illegittimo intervento del difensore civico regionale, di mantenere in vita il consiglio comunale dopo le dimissioni di più della metà dei consiglieri, tra cui alcuni della maggioranza, che decretarono la crisi politica dell’amministrazione Fratus».

«Si era creata una ferita nella vita democratica della città, con un consiglio non più rappresentativo e delegittimato, tenuto artificiosamente in vita contro ogni regola, da parte di chi voleva mantenere il potere cittadino a ogni costo, anche quello di condannare la città a una paralisi politico-amministrativa per più di un anno – prosegue Guarnieri -. Ci siamo rivolti non al giudice penale ma alla giustizia amministrativa che alla fine ci ha dato ragione, accogliendo il nostro ricorso e consentendo lo scioglimento del consiglio comunale, avvenuto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Interno, che allora era il senatore Matteo Salvini».

Fedeli: “La giunta Fratus non è caduta per la condanna penale”

«Non esprimo giudizi sulle assoluzioni penali, se non rilevando, da garantista, come mi è sempre parsa eccessiva l’azione penale promossa, pur sussistendo fatti che potevano meritare una censura etico-politica, ma su questo giudicano i cittadini, come poi in effetti hanno fatto nelle elezioni – aggiunge Alberto Fedeli -. Una cosa è certa. La giunta Fratus non è caduta per la condanna penale ora annullata in appello. Non si può dimenticare che tutto nasce dalla crisi politica della giunta Fratus, con alcuni esponenti della sua maggioranza che si sono dimessi insieme a tutti i consiglieri di opposizione, facendo così mancare il numero legale per la validità del consiglio comunale, che ne comportava lo scioglimento. Invece che prendere atto di questo, la giunta Fratus è ricorsa all’espediente di richiedere l’intervento del difensore civico regionale, che, senza averne il potere, ha ricostituito il consiglio comunale con illegittime surroghe dei dimissionari con nuovi consiglieri».

«Un anno di battaglie legali che hanno condotto prima alla sospensione da parte del TAR di Milano degli illegittimi provvedimenti adottati, confermata dal Consiglio di Stato, giungendo così allo scioglimento del consiglio comunale e alla nomina del commissario prefettizio da parte del Presidente della Repubblica (l’allora ministro proponente era il senatore Salvini) – conclude Fedeli . Lo scioglimento è stato impugnato dai consiglieri leghisti al TAR Lazio ma senza successo. Il 20 marzo 2020 l’epilogo, con il definitivo annullamento da parte del TAR di Milano degli illegittimi provvedimenti impugnati. Un anno di battaglie legali (con costi anche per il comune) che si sarebbero potuto evitare se Fratus si fosse dimesso da sindaco subito dopo il venir meno della propria maggioranza, cosa che in verità fece salvo subito dopo revocare le dimissioni (Fratus rassegnò le dimissioni il 16 maggio 2019, nel giorno degli arresti, salvo poi ritirarle il 6 giugno, ndr)».

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 23 Gennaio 2024
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