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Piazza Mocchetti nel concorso di idee per ridisegnare il centro di Legnano: anche il Consiglio di Stato “bacchetta” il comune

Piazza Mocchetti è un’area privata e quindi per il Consiglio di Stato per il bando il comune avrebbe dovuto coinvolgere i privati interessati

piazza mocchetti legnano

Dopo il TAR, anche il Consiglio di Stato “boccia” il concorso di idee promosso da Palazzo Malinverni per ridisegnare il centro di Legnano dalla stazione fino a piazza San Magno, passando anche da Piazza Mocchetti: la piazza, infatti, è un’area privata e per il bando il comune avrebbe dovuto coinvolgere i privati interessati.

L’amministrazione comunale, che al momento dell’indizione del bando stava lavorando al nuovo piano di governo del territorio poi adottato a dicembre, aveva infatti scelto la strada del concorso di idee per ripensare, tra gli altri, anche gli spazi di Piazza Mocchetti, più volte saliti negli anni agli onori delle cronache sia per le spaccate e i furti ai danni della attività commerciali che affacciano sull’area, sia per le ordinanze arrivate dal Comune per la messa in sicurezza della piazza dopo i danni causati dal maltempo.

Nato con l’obiettivo di «restituire alla cittadinanza ed al costituendo piano regolatore generale le idee basilari da attuare per la rigenerazione e riconnessione del centro cittadino in grande evoluzione», il concorso aveva tra i criteri di valutazione inseriva le «soluzioni innovative delle aree urbane, in particolare tra la zona di progetto (piazze Giolitti e Mocchetti) e l’esistente ZTL al fine di creare una coesione degli spazi pubblici e privati ad uso pubblico attraverso una rifunzionalizzazione degli stessi per un loro uso polifunzionale e multitarget». E per Piazza Mocchetti metteva nero su bianco la necessità di «trovare una identità propria nell’ambito del processo rigenerativo».

Solo che la piazza è un’area privata e i condòmini degli edifici che affacciano sull’area non avevano gradito la sua inclusione nel bando. Così avevano deciso di presentare ricorso al TAR, incassando un verdetto favorevole: il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, infatti, aveva ritenuto fondato il ricorso perché il bando, in soldoni, era diretto ad acquisire una proposta ideativa che coinvolgeva espressamente la Piazza Mocchetti, che non è nella titolarità dell’amministrazione comunale, ma di soggetti privati non interpellati. E il Consiglio di Stato, chiamato in causa dal ricorso in appello presentato dal comune, è rimasto sulla stessa linea.

Concordo di idee "Ridisegnare il centro" a Legnano
Rendering tratto dai progetti per Piazza Mocchetti presentati al concorso

Palazzo Malinverni, in particolare, aveva lamentato che «con il bando l’amministrazione non avrebbe “disposto” dell’area in questione, come affermato dal TAR, né il suo inserimento nel bando avrebbe fatto divenire quest’ultimo un atto di pianificazione o di progettazione». Il comune, inoltre, aveva ribadito che il concorso di idee non imponeva «alcuna limitazione ad aree che siano di proprietà privata». Sarebbero mancati insomma «atti lesivi degli interessi dei privati», con il risultato che non ci sarebbe stato «alcun obbligo di comunicare l’avvio del procedimento, né di interloquire con i privati sulle proposte acquisite dal comune».

Non solo. Per Palazzo Malinverni non ci sarebbero state pecche nell’istruttoria, dal momento che l’area è sì privata ma ad uso pubblico, come risulterebbe dalle caratteristiche della piazza, che è di fatto una sorta di collegamento tra vie pubbliche ed è «da sempre (oltre 30 anni) aperta al pubblico transito». Non così per il Consiglio di Stato, che ha ribadito come «l’uso pubblico è stato ed è significativamente contestato anche con atti e comportamenti tenuti ben prima dell’indizione del concorso di idee  dai soggetti che lo stesso comune di Legnano riconosce come proprietari dell’area». E tanto basta a far ravvisare una falla nell’istruttoria relativa al bando perché «l’inserimento della piazza nel progetto di riqualificazione del centro comunale non è stato preceduto da alcuna verifica dei presupposti, sia quanto al contestato uso pubblico, sia quanto alle caratteristiche strutturali dei luoghi da sottoporre alle proposte ideative dei concorrenti».

Anche se le proposte nate dal concorso non sono state al momento tradotte in progetti, neanche definitivi, e la progettazione viene indicata negli atti di gara come «soltanto eventuale e successiva», per il Consiglio di Stato «la sola previsione di realizzazione dell’opera pubblica sull’area avrebbe richiesto quanto meno le verifiche tecniche indicate dai proprietari e soprattutto l’interlocuzione con i condomini, rimasti invece ufficialmente all’oscuro dell’iniziativa dell’amministrazione comunale».

Foto in copertina da Google Earth

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Gennaio 2024
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