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Ricordare per non dimenticare. A Legnano la celebrazione dell’80esimo anniversario della deportazione degli operai della Franco Tosi

Ancora una volta, tra le mura della storica fabbrica di Piazza Monumento sono stati scanditi i nomi degli operai che furono deportati al lager di Mauthausen e nei sottocampi. Ospite d'eccezione l'onorevole Pierluigi Bersani, presidente dell’istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea di Piacenza

A Legnano l’80esima commemorazione dei deportati Tosi

Sono passati 80 anni da quando le SS del generale Otto Zimmerman sono entrate alla Franco Tosi con camionette e mitragliatrici.

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A Legnano l’80esima commemorazione dei deportati Tosi 4 di 28

E venerdì 19 gennaio, ancora una volta, tra le mura della storica fabbrica di Piazza Monumento a Legnano sono stati scanditi a più riprese i nomi di Pericle CimaAlberto GiulianiCarlo GrassiFrancesco OrsiniAngelo Sant’AmbrogioErnesto Venegoni e Antonio Vitali e Paolo Cattaneo, gli operai che a seguito dei fatti di quel 5 gennaio di 79 anni fa furono deportati al lager di Mauthausen e nei sottocampi. Persero tutti la vita ad eccezione di Paolo Cattaneo, che si suicidò un paio d’anni dopo la fine della guerra.

Nomi scanditi dai colleghi di oggi, dai rappresentanti delle istituzioni e dai ragazzi delle scuole legnanesi (Tosi, Bernocchi, Dell’Acqua, Galilei) che tra lettere e scritti hanno ricordato l’importanza dell’esempio degli operai della fabbrica che si opposero alla violenza e ai soprusi, subendo come conseguenza la deportazione nei campi di concentramento.

Quest’anno l’intervento principale della cerimonia di commemorazione è stato affidato all’onorevole Pierluigi Bersani, presidente dell’istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea di Piacenza.

«Vi ringrazio di avermi invitato in questa cattedrale del lavoro – ha detto l’onorevole Bersani -. In un posto così non si possono fare esercizi di retorica. In un posto così si può solo andare al dunque, per rendere omaggio ai martiri della Tosi seguendo le parole di Levi dobbiamo ricordarli mettendoci conoscenza riflessione e impegno».

Bersani ha parlato sul ruolo dei lavoratori nel periodo della Seconda Guerra: «Solo qui in Italia i lavoratori hanno avuto un ruolo centrale nella resistenza nazifascista. E sono sempre i lavoratori – ricorda l’onorevole -, i protagonisti nel radicamento dei valori costituzionali negli anni successivi alla Liberazione».

Ripercorrendo velocemente quel periodo Bersani ha ricordato che il tentativo del nazifascismo era quello di «preservare le produzioni di guerra isolando i facinorosi ossia le élite di fabbrica. Ma questo tentativo fallisce perché i lavoratori si stavano affermando come attori della democrazia rafforzando le formazioni sindacali e politiche. Va quindi rivalutato il ruolo del lavoratore nella storia. Non era scontato che la costituzione fondata sul lavoro prendesse piede dopo la liberazione,  c’erano ancora tutte le vecchie presenze del ventennio, questa volta dietro la mafia e la repressione dello stato. Ci furono braccianti e operai morti nelle prime mobilitazioni per far vivere la Costituzione. Dal ’44 al ’60 ci sono stati 28 sindacalisti uccisi di cui 11 segretari della Camera del Lavoro. Il 1960 è il tornante decisivo, perché l’operazione Tambroni è stato lo sdoganamento dei fascisti.  Tutto questo sarebbe arrivato senza la lotta operaia? No. Tutte le mobilitazioni fatte dai lavoratori furono fatte in nome della Costituzione. Senza un lavoro in piedi è molto difficile avere una democrazia garantita».

IL DISCORSO DI PIERLUIGI BERSANI 

Tra gli interventi dal palco allestito in sala montaggio quelli delle rappresentanze sindacale unitaria della Cgil, Uil e Cisl. Presente anche il sindaco di Legnano Lorenzo Radice, con gli studenti delle scuole legnanesi.

«Oggi tante coscienze ci sembrano oscurate, ci sono troppi sguardi offuscati, che sembrano assenti e indifferenti come se ciò che capita al nostro vicino non ci interessi – ha affermato il sindaco Radice-. Troppi indifferenti ai saluti romani, indifferenti a una politica che inizia a parlare di come cambiare le basi della nostra democrazia. Indifferenti a chi muore nel Mediterraneo e di questa terza guerra mondiale a pezzi. Cosa direbbero chi stiamo ricordando oggi che 80 anni fa si sacrificò per la libertà? Di sicuro si sarebbero messi all’opera, leggendo, studiando per capire. Si sarebbero messi all’opera confrontandosi con altri. Si sarebbero messi all’opera per non restare indifferenti, per una società aperta e per dare le possibilità a tutti di esprimere le proprie potenzialità. Fuori di qui tocca a noi e a voi raccogliere il testimone e non restare indifferenti».

Commoventi gli interventi dei ragazzi

Franco Tosi, le parole degli studenti

Al termine della cerimonia è avvenuta la posa delle corone ai monumenti dei deportati e dei partigiani. A seguire il corteo per le vie cittadine guidato al presidente dell’Anpi Legnano Primo Minelli con circa 300 partecipanti.

LE PAROLE DI PRIMO MINELLI, PRESIDENTE DI ANPI LEGNANO

Deportazione degli operai della Franco Tosi, il ricordo dell’Anpi Legnano

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Pubblicato il 19 Gennaio 2024
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