Assoluzione Fratus, il sindaco Radice: “Una macchia che viene tolta dalla città”
Il primo cittadino commenta l’assoluzione in appello di Fratus, Cozzi e Lazzarini. Il segretario del Pd separa il piano giudiziario da quello politico: "Nessuna sentenza cancella l'incapacità di governare che aveva portato allo scioglimento del consiglio"
«È una macchia che viene tolta dall’istituzione comunale». Così il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, commenta da rappresentante di un’istituzione, l’assoluzione in appello dell’ex sindaco Gianbattista Fratus. «Non sono mai entrato nel merito della vicenda sul piano giudiziario – dichiara il primo cittadino -. Posso solo dire che oggi si chiude un capitolo negativo per la nostra città. Ricordo che il Comune, come ancora prima il commissario, si era costituito parte civile nel processo perché era tenuto a farlo, ma senza mai accanimenti di sorta».
Il sindaco tiene a separare il piano politico e i fatti che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale da quello giudiziario. Non nasconde di avere partecipato, quando non era consigliere e nemmeno candidato sindaco, al Comitato Legalità, nato ben prima degli arresti dell’ex sindaco Fratus e degli assessori Cozzi e Lazzarini, ma continua a mantenere la stessa linea non commentando la vicenda giudiziaria: «In questi tre anni non ho mai rilasciato interviste su questo argomento – ricorda -, ho sempre esortato la mia maggioranza a parlare di quello che stiamo facendo. Se abbiamo vinto, è per le nostre proposte e per la nostra idea di città: ricordo che al ballottaggio ero sotto di 10 punti rispetto all’altro candidato. Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione e dare concretezza alle nostre proposte».
Non commenta la vicenda giudiziaria nemmeno il segretario del Pd di Legnano, Giacomo Pigni: «Non è il mio ruolo, ma quello della magistratura. Non posso fare altro che prendere atto dell’assoluzione». Pigni tiene però a sottolineare che «la vicenda giudiziaria e penale riguardava fatti scollegati da quelli che hanno scosso il consiglio comunale a livello politico». «La crisi politica è partita da una crisi di maggioranza e da una serie di dimissioni e di interventi non chiari che avevano portato all’intervento del difensore civico. Siamo andati a votare prima del tempo perché la maggioranza non aveva più i numeri per stare al governo della città, che era caduta nell’immobilismo. Non c’è nessuna sentenza che possa cancellare la totale incapacità di governare che aveva portato la maggioranza a sfaldarsi al suo interno».
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