Teatro Tirinnanzi di Legnano tra stagione in bilico e abbonati da tutelare. E le opposizioni chiedono risposte
In attesa che la matassa dell'"affair" Tirinnanzi venga dipanata, la politica cittadina si spacca (anche) sul futuro della sala teatrale
La stagione teatrale del Teatro Tirinnanzi di Legnano è ancora in cerca di un centro di gravità permanente. Nato all’ombra dell’incognita della giustizia amministrativa, il cartellone presentato nei mesi scorsi è stato infatti chiamato a fare i conti con la sentenza messa nero su bianco martedì 14 novembre dalla prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, che di fatto ha messo in bilico l’affidamento della gestione del teatro di Piazza IV Novembre. E in attesa che la matassa – non poco ingarbugliata – venga dipanata, la politica cittadina si spacca (anche) sul futuro della sala teatrale.
Lo dimostrano le due interrogazioni urgenti presentate durante la seduta consiliare di martedì 21 novembre dai consiglieri di opposizione Franco Brumana e Francesco Toia, che hanno trovato risposte definite «refrattarie» dai banchi di minoranza, dai quali è stato “denunciato” un «danno erariale, culturale e d’immagine» per Palazzo Malinverni per l'”affaire” Tirinnanzi.
«Il ruolo dell’assessore competente, così come quello della giunta, è stato quello di propendere per l’indizione di un bando di gara per l’assegnazione della gestione del teatro per il biennio successivo – ha sottolineato l’assessore alla partita Guido Bragato, auspicando il completamento della stagione teatrale e la tutela degli abbonati -: una volta indetta la gara il ruolo politico si ferma, la procedura di gara è una procedura tecnica».
«L’offerta è stata ritenuta anomala in applicazione automatica di parametri di legge», ha aggiunto Stefano Mortarino, dirigente del Servizio Cultura del comune, precisando che «non ci sono al momento risarcimenti di danni a cui dare seguito» e che non ritiene sussistano le condizioni per richiedere il risarcimento dei danni erariali» ai responsabili dell’atto annullato dal TAR.
Troppo poco per l’opposizione, tornata anche dopo i chiarimenti di giunta e uffici a chiedere risposte per gli abbonati e per i cittadini. Risposte che verosimilmente arriveranno però solo dopo che Palazzo Malinverni – entro 15 giorni dalla comunicazione della sentenza del TAR – avrà riesaminato la documentazione chiesta a giugno alla Cinematografica Valentino, storico gestore del Teatro Galleria di Legnano, e mai effettivamente presa in considerazione. Allora, infatti, l’offerta della società, prima ai punti in graduatoria, era risultata «anormalmente bassa», e il comune aveva chiesto i chiarimenti del caso: i documenti, però, secondo le indicazioni fornite dagli uffici per la consegna erano arrivati fuori tempo massimo e così era arrivata l’esclusione, con successivo affidamento della gestione ad AD Management.
Il TAR, invece, ha stabilito che per le modalità di trasmissione dei documenti, come sostenuto dalla Cinematografica Valentino, a fare fede avrebbero dovuto essere le indicazioni del disciplinare di gara e non quelle degli uffici, e così ora su quelle carte Palazzo Malinverni dovrà tornarci: se non basteranno a giustificare la congruità dell’offerta del gestore del Teatro Galleria, la stagione del Tirinnanzi proseguirà come da copione; se invece ci saranno tutte le spiegazioni del caso, allora la graduatoria di gara cambierà e si dovrà procedere all’assegnazione alla Cinematografica Valentino.
Come se già così lo scenario non fosse abbastanza complesso, nessuna delle due opzioni esclude ulteriori ricorsi alla giustizia amministrativa. Di certo in ballo c’è una stagione teatrale che ha messo complessivamente in cartellone, dal 20 ottobre in poi, 53 spettacoli, e che ora potrebbe trovarsi a cambiare gestore in corsa o quantomeno potrebbe riportare al tavolo le parti in causa. La posta in gioco anche economicamente non è da poco, senza contare che sullo sfondo rimane la clausola inserita nel contratto tra il comune e l’attuale gestore che impegnava entrambi, qualora dal TAR fosse arrivato un responso come quello portato dalla sentenza, a non rivalersi l’uno sull’altro. Che questa pagina si chiuda effettivamente senza richieste di risarcimento dei danni, però, non sembra l’opzione più probabile.
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