Alla manifestazione di Roma del 7 ottobre, indetta dalla CGIL, era stato preannunciato che in assenza di risposte adeguate da parte del Governo nella legge di bilancio, la via maestra sarebbe stata quella dello sciopero. E cosi è stato. Per quanto riguarda le categorie della conoscenza, Scuola-Università e Ricerca, CGIL e UIL hanno concordato una giornata di sciopero su tutto il territorio nazionale per il 17 novembre. La Cisl non ha dato la sua adesione allo sciopero, convinta di poter proseguire il dialogo col Governo.

«Tra i motivi dello sciopero – spiega il sindacalista della Cgil Scuola. Pippo Frisone – c’è al primo posto l’emergenza salariale, il lavoro povero e precario. I tagli alla scuola e alla sanità pubblica. Le risorse insufficienti per rinnovare i contratti nel pubblico impiego. Il peggioramento della legge Fornero sulle pensioni. La riforma fiscale che a parità di reddito tassa di più stipendi e pensioni. Nessuna tassazione degli extraprofitti e nessuna lotta all’evasione fiscale. CGIL e UIL chiedono, invece, che un’altra politica economica, sociale e contrattuale sia non solo possibile ma necessaria e urgente».

«Sul lavoro – prosegue Frisone – bisogna aumentare stipendi e pensioni, sul Fisco combattere l’evasione fiscale, sui Giovani favorire il lavoro stabile e a tempo indeterminato, sulle Pensioni superamento della Monti-Fornero, garantendo il potere d’acquisto, rilanciare il servizio sanitario nazionale, sulla salute e sicurezza basta morti sul lavoro. In preparazione dello sciopero del 17 novembre, mercoledì 8 novembre dalle 18 alle 19,30 la CGIL terrà un incontro on line con le delegate e i delegati alla presenza di un segretario nazionale e del segretario generale della Camera del Lavoro di Milano. Seguirà un’assemblea territoriale on line il prossimo lunedì 13 novembre dalle 13,30 alle 16,30 con all’odg lo sciopero nazionale del 17 novembre. L’auspicio è che un’alta partecipazione allo sciopero sia non solo il miglior antidoto alla rassegnazione e al disimpegno ma sia anche l’occasione per dimostrare che lottando si può cambiare».