Manifattura Legnano, sindaco e assessore smontano le polemiche: “Solo propaganda per creare allarme”
Il sindaco Radice e l'assessore Fedeli ripercorrono i passaggi che hanno portato al progetto "ManiFutura" e criticano le tensioni create, ricordando che "una scheda di piano non è il progetto dell’area"
E’ racchiusa in una dettaglia lettera, lunga oltre due pagine, firmata dal sindaco Lorenzo Radice e dell’assessore alla Città futura Lorena Fedeli, la risposta dell’amministrazione comunale alla polemica sorta dopo la raccolta delle firme a cura della comitato “Salviamo la Manifattura di Legnano” e l’adesione del sindaco emerito Alberto Centinaio, commentata da sindaco e assessori in modalità tale da suscitare un clamore mediatico.
Nella risposta, qui sotto il testo integrale per il quale ringraziamo, sono ricordati diversi passaggi del progetto che, leggiamo, «nasce non oggi con il PGT, ma ben tre anni fa quando, in campagna elettorale, abbiamo inserito tra i punti qualificanti del programma amministrativo l’idea di conservare e dare nuova vita all’ex fabbrica inventando il nome di “ManiFutura”». Da qui una serie di considerazioni che illustrano l’intero percorso, caratterizzate anche da una domanda, per dare seguito alle preoccupazioni del comitato sugli abbattimenti di edifici storici: «Chi parla di edifici di importanza storica da abbattere e grattacielo da costruire ha in mano qualche reale progetto? – il dubbio sollevato da Radice e Fedeli – In questo caso lo invitiamo a mostrarlo. Altrimenti saranno soltanto trovate propagandistiche per creare allarme da parte di chi ha già dimostrato di avere idee quanto meno fantasiose e contraddittorie…». La conclusione: «Tra qualche giorno doteremo Legnano di un nuovo documento di piano; grazie a questo potrà finalmente arrivare un vero progetto e allora potremo parlare di ManiFutura. Fino a quel momento saranno solo chiacchiere, buone a distrarci dal tema vero: il PGT e le sue innovazioni a vantaggio della trasformazione della città».
Caro direttore, visto il clamore che ha suscitato il nostro messaggio di ringraziamento ai cittadini firmatari di un appello per la conservazione della Manifattura, vogliamo chiarirne il senso.
La nostra visione sulla Manifattura nasce non oggi con il PGT, ma ben tre anni fa quando, in campagna elettorale, abbiamo inserito tra i punti qualificanti del programma amministrativo l’idea di conservare e dare nuova vita all’ex fabbrica inventando il nome di “ManiFutura”. Con quell’idea abbiamo proposto sin da allora una conservazione vera -e non di una facciata- come successo per l’ex Cantoni.
Grazie a questa posizione netta e chiara, rimasta tale nel tempo, l’acquirente dell’area ha saputo fin da subito con certezza l’intenzione dell’amministrazione di conservare quel luogo simbolo della città, e di farlo a partire da quanto dice l’autorità in materia, ossia la Soprintendenza. Ricordo, infatti, che abbiamo sollecitato noi tale istituzione affinché si esprimesse. E così, nel gennaio 2021, dopo anni di attesa, è stata fatta chiarezza sui vincoli dell’ex complesso industriale.
Quelle indicazioni sono state da noi puntualmente riportate sulla scheda di piano della proposta di PGT. Serve forse qui chiarire ai non addetti ai lavori che una scheda di piano NON è il progetto dell’area, come invece si sta erroneamente facendo credere. Sarà la proprietà, infatti, e solo la proprietà, a presentarci una proposta progettuale che dovrà tenere conto dei vincoli indicati dalla Soprintendenza: edifici da conservare, funzioni da mantenere (per esempio la galleria tra ciminiera ed edificio principale), spazi inedificabili. Il fatto che su due edifici la Sovrintendenza non abbia posto il vincolo non significa che questi dovranno necessariamente essere abbattuti, come qualcuno, senza alcun fondamento, va affermando. Ricordiamoci, inoltre, che il progetto, oltre che presentato all’amministrazione comunale, dovrà essere sottoposto al benestare della Soprintendenza stessa, che dovrà quindi ulteriormente esprimersi sulla sua bontà complessiva.
Ci sembra importante, inoltre, sottolineare che ogni questione urbanistica e, a maggior ragione, una questione urbanistica di questa rilevanza chiami in causa tre fattori: la visione, gli obiettivi pubblici e la sostenibilità. La visione e gli obiettivi: “ManiFutura” guarda a un luogo in cui il passato e il futuro della città devono convivere in un mix di funzioni che vanno dalla sede centrale della biblioteca diffusa a spazi espositivo-museale, dalla formazione ai laboratori, dal commercio al coworking; tutti elementi, questi, per i quali esiste in città interesse, condivisione e attesa. In tal senso non possiamo che rallegrarci del fatto che i cittadini si attivino per questa visione.
Assunta la conservazione e tutela della memoria storica, definita a livello “minimo” dalla Soprintendenza, quali sono i nostri obiettivi per la città? Avere spazi per insediare funzioni di utilità pubblica nell’edificio storico principale, creare aree verdi per l’uso pubblico e piazze per collegare il centro verso la stazione e il borgo Sant’Ambrogio estendendo la zona pedonale del centro.
La sostenibilità: un progetto come questo non può essere affrontato dal Comune in solitaria, ma richiede, per forza, di confrontarsi col privato e i suoi legittimi obiettivi, indirizzandoli verso l’interesse pubblico di tutela del bene e di sviluppo dell’area. Nel quadro degli obiettivi pubblici del progetto ManiFutura, prima richiamati, va letta la possibilità per il privato di realizzare residenze, commercio, ma soprattutto di dotare la città di altri mix funzionali (per esempio combinando pubblici esercizi, ristorazione, servizi per le imprese, uffici, spazi per formazione) utili a rendere tutta l’area un nuovo centro aperto durante tutto il giorno.
Qual è l’alternativa se non si trova un virtuoso punto di incontro? Semplicemente e tristemente che non si faccia nulla e che la Manifattura resti così com’è: chiusa ormai da 15 anni e con il rischio concreto, trascorrendo altro tempo, di diventare un buco nero nel cuore della città. Chi ha a cuore la tutela e la conservazione di questo storico bene non può che sperare che questo punto di incontro si trovi presto e bene.
In questo noi siamo impegnati da 3 anni.
A oggi, quindi, siamo nella fase in cui, adottando e poi approvando il PGT, consentiremo all’operatore privato di presentare finalmente un progetto e da questo partire per fare tutto quanto detto sopra. Oggi, quindi, il progetto non esiste, nonostante quello che dice chi parla di un grattacielo da venti piani e raccoglie firme per opporsi alla sua realizzazione. Pensare -come ha fatto l’amministrazione – alla possibilità di far lavorare anche in altezza significa poter valutare più opzioni, fra gli estremi della distesa di villette a schiera che coprirebbe gran parte della superficie a disposizione e il fantomatico grattacielo, e quindi avere più possibilità di arrivare davvero a un progetto per riaccendere l’area della Manifattura.
Chi parla di edifici di importanza storica da abbattere e grattacielo da costruire ha in mano qualche reale progetto? In questo caso lo invitiamo a mostrarlo. Altrimenti saranno soltanto trovate propagandistiche per creare allarme da parte di chi ha già dimostrato di avere idee quanto meno fantasiose e contraddittorie, proponendoci prima di acquisire l’ex Manifattura, ignorando che le risorse occorrenti anche solo per la sua conservazione sono al di fuori della portata di qualsiasi amministrazione comunale; poi parlando di imprenditori messi in fuga dall’amministrazione salvo qualche mese dopo parlare di regalie agli stessi imprenditori; infine definendo prima il nostro progetto “Manisciagura”, salvo poi raccogliere firme riproponendone i contenuti quasi con un copia-incolla del nostro programma elettorale.
Vogliamo rivolgerci seriamente a tutti coloro che sono interessati al futuro di quest’area strategica per la città: tra qualche giorno doteremo Legnano di un nuovo documento di piano; grazie a questo potrà finalmente arrivare un vero progetto e allora potremo parlare di ManiFutura. Fino a quel momento saranno solo chiacchiere, buone a distrarci dal tema vero: il PGT e le sue innovazioni a vantaggio della trasformazione della città.
Lorenzo Radice, sindaco di Legnano
Lorena Fedeli, assessore alla Città futura
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