«L’unica via maestra da percorrere è quella della mobilitazione territoriale e delle categorie, fino ad arrivare alla proclamazione di uno sciopero generale. E sarà ancora un Autunno caldo!!». A parlare è Pippo Frisone, sindacalista della Cgil scuola che commenta preoccupato la legge di bilancio dopo la grande manifestazione del 7 ottobre a Roma della CGIL.

«Sanità, Istruzione, Fiscalità, Pensioni e Salario minimo sono i punti di maggiore attenzione sui quali si concentrano da un lato la linea di difesa dei sindacati e dall’altro quella dei tagli e dei rinvii del Governo. Prendiamo la Scuola – commenta Frisone – . Si continua la politica dei tagli nella legge di bilancio: solo innalzando a 900 alunni, si tagliano circa 700 unità scolastiche, che significa 700 dirigenti scolastici e 700 dsga in meno. Si mettono 2miliardi non per rinnovare il contratto (22-24) ma per dare unilateralmente degli anticipi al personale di ruolo. Si parla di mille euro medi una tantum a dicembre, tassati tra l’altro all’aliquota massima e giusto in tempo per consegnare un bel “pacco natalizio”! Si tratta di un incremento dell’indennità di vacanza contrattuale, insufficiente a recuperare la perdita del potere d’acquisto nel triennio, pari al 18%. Solo negli anni 2022 e 2023 si son persi 4.000 euro dovuti all’inflazione».

Secondo il sindacalista «non servono di sicuro a recuperarli neanche gli sconti del Ministro Valditara in vigore dal 9 ottobre sui trasporti, 10% fino al 31 dicembre con Trenitalia, 20% con Italo fino al 31 dicembre, 15% con Ita Airways, 30% e 10% negli aeroporti di Roma e nei parkeggi di Fiumicino, 15% con la Coldiretti negli agriturismi convenzionati per pasto e soggiorno, fino al 31 dicembre. E poi in Manovra, Cuneo fiscale, ritocchi alle Aliquote fiscali, ancora a tempo; tagli alla Sanità giudicati insostenibili dallo stesso Ministro e dalle Regioni; sulle Pensioni, Ape social , Opzione donna, quota 103 spariscono e confluiscono, peggiorando, in un Fondo Unico per gestire tutte le possibilità di pensione anticipata nel 2024. E sul Lavoro, sempre più povero anche per chi un lavoro ce l’ha, ennesimo rinvio del Parlamento alla proposta delle opposizioni sul salario minimo garantito per legge…». Tutti fatti e considerazioni che spingono il sindacato a scegliere come unica strada possibile la mobilitazione territoriale.