Non ci sono le condizioni per far proseguire il percorso protetto ad Eriselda ed Eduard, la coppia di origine albanese con una figlia di 5 anni che dal 25 ottobre sarà senza casa e nei giorni scorsi aveva raccontato a LegnanoNews la sua storia di “ordinaria disperazione”, in una realtà che, soprattutto dopo la pandemia, vede sempre più persone in difficoltà nell’avere un tetto sopra la testa.

“Dal 25 ottobre non avremo più una casa”, l’appello di una famiglia di Legnano

A spiegarlo è il Comune di Legnano, che già nei giorni scorsi aveva confermato di essere a conoscenza della situazione del nucleo familiare e di aver messo in campo negli ultimi anni tutte le azioni possibili per sostenere la famiglia. «Il nucleo familiare è stato ospitato dal gennaio 2019 in un appartamento in residenzialità sociale temporanea a spese del comune per la presenza di un minore gravemente disabile, purtroppo mancato nel 2021 – sottolineano da Palazzo Malinverni -. In seguito la famiglia è stata sollecitata più volte a trovare, in autonomia, una soluzione abitativa alternativa perché circa due anni fa, il proprietario dell’alloggio aveva chiesto al gestore la restituzione dell’immobile. Ragione, questa, per attivarsi e cercare una nuova sistemazione, il che, però, non è avvenuto».

Se la residenzialità sociale temporanea non è più una strada percorribile, però, da parte del comune rimane la proposta di una sistemazione in co-housing per Eriselda e per la bimba. «La famiglia non si trova in condizioni di fragilità tali da proseguire nel percorso protetto che, ricordiamo, è temporaneo e finalizzato ad acquisire l’autonomia – aggiungono infatti dall’amministrazione comunale -: il padre è, infatti, occupato e la famiglia in questi anni non ha dovuto sostenere alcuna spesa per l’affitto. Ci sono quindi le condizioni perché, come hanno fatto altri nuclei familiari che hanno conosciuto la residenzialità sociale temporanea, anche questa famiglia trovi altre soluzioni abitative. Da parte del comune resta sempre valida la proposta di una sistemazione in cohousing per la madre e il minore».