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All’Ospedale di Legnano 94 interruzioni volontarie di gravidanza nel 2022, obiezione di coscienza quasi al 77%

Nei giorni scorsi il PD ha presentato il report annuale sull'applicazione della legge 194 in Lombardia nel 2022 riferita alle donne iscritte al servizio sanitario regionale

Ospedale legnano

Nel 2022 ci sono state meno interruzioni volontarie di gravidanza – e nessuna farmacologica, possibilità non offerta in via Giovanni Paolo II –  rispetto all’anno precedente all’Ospedale di Legnano, dove quasi il 77% dei ginecologi è obiettore di coscienza. Si torna a parlare di aborto dopo la presentazione nei giorni scorsi del report annuale stilato dal Partito Democratico sull’applicazione della legge 194 in Lombardia nel 2022 riferita alle donne iscritte al servizio sanitario regionale.

Sono state in tutto 94 le interruzioni volontarie di gravidanza nel 2022 contro le 110 dell’anno precedente all’Ospedale di Legnano, che rientra nelle 12 strutture sulle 50 che le effettuano in Lombardia che non offrono la possibilità di utilizzare l’interruzione di gravidanza farmacologica, come del resto, per rimanere alle immediate vicinanze, gli Ospedali di Magenta, Rho e Busto Arsizio: nell’area metropolitana, infatti, l’accesso è limitato ai presidi ospedalieri di Garbagnate, Sesto San Giovanni e Vizzolo Predabissi.

A Legnano, inoltre, nel 2022 i ginecologi obiettori di coscienza erano dieci e i non obiettori tre, sostanzialmente in linea rispetto all’anno precedente quando gli obiettori erano nove e i non obiettori sempre tre.

Il quadro regionale

Complessivamente in base ai numeri rielaborati dai Dem sono 50 su 62 le strutture dove in Lombardia è possibile ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza: in tutto sul territorio regionale nel 2022 ne sono state effettuate 11.003, meno delle 11.249 del 2019, ovvero l’anno preso a riferimento come ultima annualità prima della pandemia.

In aumento i cosiddetti aborti farmacologici, che lo scorso anno sono stati il 40% del totale anche se il dato rimane fortemente disomogeneo fra le province. Il volume delle vendite della cosiddetta pillola del giorno dopo, invece, per il 2022 è stato pari a 104.790 unità, il 25% in più rispetto all’anno precedente (83.748), con la Città metropolitana di Milano che resta la provincia con le vendite più alte, pari al 42% del totale.

Più della metà delle strutture, infine, registrano un’obiezione di coscienza superiore al 60%, con una media regionale di poco superiore al 55%.

Le proposte del PD

«Regione Lombardia deve fare il suo lavoro che è quello che viene richiesto per legge, cioè garantire il rispetto del diritto di scelta delle donne lombarde, rendendo possibile in tutti i territori e in tutte le strutture ricorrere all’interruzione volontarie di gravidanza e scegliere in che modo farla». È questa la sintesi tracciata da Paola Bocci, consigliera regionale del PD che martedì 17 ottobre ha presentato i dati raccolti dal PD insieme al capogruppo Pierfrancesco Majorino.

Per farlo le proposte del Partito Democratico spaziano da un osservatorio sull’attuazione della 194 in Lombardia ad un’informazione chiara, diffusa e accessibile sull’interruzione volontaria di gravidanza e in particolare sulla Ru486, passando per l’indicazione formale e netta di Regione alle sue strutture sanitarie affinché entrambe le prestazioni siano assicurate in tutti i presidi – combinata con l’incentivazione all’utilizzo della Ru486 -, la formazione del personale sanitario sulla Ru486 e l’estensione della Ru486 ai consultori pubblici, previo potenziamento quantitativo e qualitativo dei presidi.

«Siamo, ancora una volta, di fronte a una clamorosa sottovalutazione della Regione rispetto al ruolo di prevenzione, formazione ed educazione sessuale dei consultori – ha concluso Pierfrancesco Majorino -. Chi governa ha scientemente massacrato la funzione dei consultori pubblici e noi invece abbiamo in mente un grande rilancio, perché le nuove generazioni di ragazze devono essere aiutate e sostenute. Per questo, di fronte alla necessità di migliorare decisamente l’applicazione della legge 194, chiediamo a Regione Lombardia di presentare un piano per il rilancio dei consultori».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 19 Ottobre 2023
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