Tromba d’aria a Legnano e piante malate, il Parco Castello perderà 300 alberi
È passato un mese esatto dal 24 luglio, quando una (doppia) violenta grandinata si è abbattuta sul territorio. Ancora tante le ferite aperte che impongono una riflessione. Ne abbiamo parlato con il sindaco Radice. Prevista la ripiantumazione
È tornato dalle vacanze con la famiglia: è stato in Corsica, al mare, e poi in montagna. Ma confessa di avere lavorato in smart working anche dalla spiaggia. Il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, non ha staccato la connessione con la sua città nemmeno ad agosto e in questi giorni di grande afa è tornato operativo a Palazzo Malinverni. Dopo avere portato gli auguri di persona a ben tre centenarie, tra i primi impegni c’è stato il sopralluogo al parco Castello devastato dalla tromba d’aria e dalla grandinata di luglio, avvenuto nella giornata di ieri, 23 agosto con i tecnici comunali.
I danni provocati dal maltempo – è passato un mese esatto da quel lunedì 24 luglio, quando una (doppia) violenta grandinata si è abbattuta sul territorio – sono ancora ferite aperte che impongono una riflessione sulla gestione dei fenomeni meteorologici e sui comportamenti da adottare.
Sindaco, come si sta attrezzando Legnano per affrontare le conseguenze del cambiamento climatico?
Una cosa è certa: bisogna prendere seriamente la situazione. Iniziare a predisporre protocolli molto agili e snelli, soprattutto sul versante comunicativo per avvisare puntualmente i cittadini, banalmente esortandoli a non mettersi in auto o non uscire negli orari di maggiore allerta. Come c’è un piano neve, dobbiamo avere un piano per il meteo per intervenire prontamente. Allo stesso tempo bisogna lavorare per un cambiamento della logica e dei comportamenti mettendo in campo azioni che vanno dalla tutela del verde, alla riforestazione, al potenziamento delle energie sostenibili: ognuno può fare la propria parte. Attraverso lo strumento del Pgt stiamo riducendo le aree edificabili. Anche per il verde serve un cambio. Dobbiamo prendere atto che le conifere piantate negli anni ’40 non vanno più bene: piante come le latifoglie sono più gestibili a livello di manutenzione e resistono maggiormente ai venti.
Nei parchi e in diverse aree sono ancora visibili i danni lasciati dal nubifragio a Legnano. Sono stati eseguiti tutti gli interventi di ripristino necessari?
Gli interventi di ripristino dei danni provocati dall’alluvione sono stati portati a termine, in altri Comuni limitrofi le conseguenze sono state ben peggiori. Sono rimaste ancora alcune radici e ramaglie da rimuovere: dove possibile, viene fresato il ceppo; dove sono fuoriuscite, le radici sono state o saranno estirpate. Ma le ferite – riflette Radice- sono ancora aperte: proprio oggi (23 agosto ndr) abbiamo effettuato un sopralluogo al Parco Castello. Ai 100 tagli già programmati delle piante malate, diventati già 150 (le piante sorvegliate speciali non potranno sopravvivere), si sommano quelle abbattute o danneggiate dalla tromba d’aria di luglio, che sono più di un centinaio. Non abbiamo ancora i conti all’unità ma stiamo parlando di una perdita di 300 alberi (tra esemplari già abbattuti e quelli che non hanno lunghe prospettive di vita ndr).
Aspettate il rimborso delle spese sostenute dalla Regione?
Abbiamo presentato la stima dei danni a Regione Lombardia (600mila euro solo dal Comune, più altrettanti presentati dai privati cittadini, ndr) ma sappiamo già che le possibilità di ottenere un rimborso sono poche. Fortunatamente abbiamo un avanzo di bilancio che destineremo a queste spese: nel primo consiglio comunale dopo lo stop di agosto, a inizio settembre, porteremo le spese di somma urgenza sostenute per il maltempo (172mila euro).
Ricordiamo che il cantiere relativo all’abbattimento delle piante al Parco Castello è in corso e che è prevista un’attività di compensazione, che sarà effettuata nel prossimo autunno (periodo favorevole per la messa a dimora), con nuovi esemplari dell’altezza di circa 4 metri e circonferenza di 18-20 cm.
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