Un nuovo protocollo operativo per accompagnare le donne vittima di violenza verso l’indipendenza socio economica
Firmatari dell’accordo operativo sono la Città metropolitana di Milano, ATS Milano Città metropolitana, AFOL metropolitana e i Comuni capofila delle sei reti antiviolenza che attualmente presidiano il territorio: Rozzano, Melzo, San Donato Milanese, Rho, Cinisello Balsamo e Legnano
Oggi (mercoledì 21 giugno) è stato siglato a Palazzo Isimbardi, il nuovo protocollo territoriale che estende all’intera area metropolitana la collaborazione tra i Centri per l’impiego di AFOL e le reti antiviolenza in aiuto alle donne maltrattate.
Firmatari dell’accordo operativo sono la Città metropolitana di Milano, ATS Milano Città metropolitana, AFOL metropolitana e i Comuni capofila delle sei reti antiviolenza che attualmente presidiano il territorio: Rozzano, Melzo, San Donato Milanese, Rho, Cinisello Balsamo e Legnano.
Un’intesa simile era stata sottoscritta un anno fa dal Comune di Milano e Afol metropolitana, su input del tavolo tecnico “Lavoro e violenza” partecipato anche dalla Città metropolitana e Ats metropolitana di Milano, coinvolgendo ActionAid onlus e i quattordici enti della rete antiviolenza cittadina. Quella prima esperienza ora funge da paradigma.
La proposta di ampliare la dimensione dell’intesa nasce dalla consapevolezza che la frammentarietà dei servizi territoriali è un ostacolo che può scoraggiare le donne durante il loro percorso di affrancamento da dinamiche familiari violente e prevaricanti. Per superarlo occorre sviluppare collaborazioni e sinergie tra i soggetti in prima linea che si occupano a vario titolo di politiche sociali (lavoro, welfare, salute, istruzione): case rifugio, centri antiviolenza, servizi sociali, operatori dei centri per l’impiego, enti di formazione professionale.
Diana De Marchi consigliera delegata alle politiche del lavoro e politiche sociali della Città metropolitana commenta “Il sostegno all’inserimento lavorativo delle donne maltrattate è un elemento decisivo nei percorsi di uscita dalla violenza, perché troppo spesso questi si arenano nella difficoltà delle donne nel trovare un lavoro. Questo protocollo crea una importante alleanza che somma competenze specifiche per accompagnare al lavoro, per raggiungere l’indipendenza economica, per attivare percorsi di inclusione”. Tommaso Di Rino direttore generale di Afomet aggiunge “Afol Metropolitana è molto attiva per aiutare le donne a rientrare nel mercato del lavoro. In questo caso lo sarà ancora di più: il lavoro può essere la chiave per superare la violenza subita ed avviare un concreto rilancio personale. Siamo lieti di poter dare un nostro concreto contributo per co-progettare i percorsi in tal senso più utili”.
Le istituzioni – Città metropolitana e Ats metropolitana in primis, chiamate a un ruolo di governance e di facilitatori di processi di networking – costituiranno una cabina di regia, che delineerà azioni e procedure condivise, coordinandone poi l’attuazione. Il protocollo è declinato in sei allegati che dettagliano obiettivi e prassi in ordine alla formazione degli operatori, alla sensibilizzazione nelle aziende, all’analisi dei bisogni lavorativi e formativi delle donne fuoriuscite da situazioni di violenza, alla definizione dei piani individuali di empowerment socio economico, al monitoraggio e alla valutazione dei risultati. Per quanto riguarda Afolmet, l’obiettivo dell’accordo è che tutti i nove centri per l’impiego sviluppino una particolare sensibilità e formazione sul tema dell’inserimento lavorativo delle donne maltrattate.
A tal fine Afolmet si impegna a individuare due operatori per ogni Centro Per l’Impiego che possano essere formati e aggiornati e che siano di riferimento per gli operatori delle reti antiviolenza, in particolare dei centri antiviolenza.
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