Anche a Legnano il calo demografico inizia a presentare il conto. A dirlo sono i numeri degli iscritti nelle scuole statali e paritarie della città, che in dieci anni sono diminuiti del 5%, percentuale che sale però oltre quota 13% guardando alle scuole dell’infanzia. Come a dire, insomma, che il contraccolpo negli altri ordini scolastici deve ancora farsi sentire fino in fondo.

Che le culle vuote si stiano trasformando in banchi vuoti, peraltro, è un dato assodato non solo a Legnano, cristallizzato nei mesi scorsi anche da una ricerca della rivista specializzata TuttoScuola, che analizzando i dati ufficiali pubblicati sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito aveva evidenziato come negli ultimi dieci anni siano stati chiusi 2.600 plessi solo tra scuole dell’infanzia e primarie. Numeri confortati anche dalle stime del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che prevede in dieci anni un calo degli studenti dai 7,4 milioni del 2021 a poco più di 6 milioni: circa 110-120mila alunni in meno all’anno.

In città, in parallelo al calo delle nascite che dal 2015 non hanno più superato quota 500 bimbi all’anno e anzi negli ultimi anni sono rimaste sotto le 450 unità, la diminuzione di iscritti nelle scuole si fa sentire soprattutto negli asili, dove dal 2013 ad oggi gli iscritti sono passati da 1.630 (588 nelle scuole statali e 1.042 nelle paritarie) a 1.409 (491 nelle statali e 918 nelle paritarie). Tanto che in città le prime classi iniziano a “saltare”.

In diminuzione anche gli iscritti alle primarie, dove dai 2.853 alunni di dieci anni fa (2.341 nelle statali e 512 nelle paritarie) si è passati ai 2.716 dell’anno scolastico appena terminato: un calo di poco inferiore al 5%, segno che gli effetti della denatalità iniziano a farsi sentire anche per quelle che una volta si chiamavano scuole elementari. Resistono invece per ora le scuole secondarie di primo grado, con numeri stabilmente sopra le 1.800 iscrizioni e punte intorno ai 1.900 studenti all’anno. Per Legnano, peraltro, va considerato che si parla di una città che fa da “polo attrattivo” anche per gli studenti dei comuni limitrofi.