Iftar in piazza a Legnano, in oltre 300 alla tavola che accoglie e unisce le culture
Presenti insieme all'Imam anche monsignor don Angelo Cairati e il parroco di San Domenico don Marco Lodovici, per il desiderio di creare del bene. Alla grande tavolata dell'associazione Jasmine anche il sindaco Radice: "L'integrazione è possibile"
Pur avendo aggiunto cento posti a tavola, rispetto ai 150 dello scorso anno, i posti a sedere per l’Iftar in strada, organizzato dall’associazione Jasmine in piazza Morelli a Legnano, non sono bastati per accogliere tutte le persone invitate a partecipare spontaneamente alla cena di rottura del digiuno nel mese del Ramadan. In oltre 300 cittadini, di differenti religioni, hanno partecipato al «momento di incontro sociale e di scoperta di uno dei momenti più importanti della pratica Islamica».
Oltre a fedeli musulmani, erano presenti diversi cittadini non appartenenti alla comunità islamica intervenuti per condividere la cena, libera e aperta a tutti, prevalentemente a base di piatti marocchini. Tutto questo partendo dalla convinzione – ha spiegato Sana El Gosairi, presidente dell’associazione Jasmine, organizzatrice dell’evento – che il cibo sia un’importante fonte di cultura e di conoscenza, in grado di unire persone di diverse origini e tradizioni».
«L’Iftar è l’unico pasto che interrompe il digiuno e che si consuma dopo il tramonto – ha spiegato l’Imam Najib Rouas, presente alla serata – Il motivo di questa cena non è quello di mangiare, ma la cultura, l’accoglienza, il voler bene all’altro: è questo che a noi serve. Perché l’astinenza non è solo dal cibo, ma anche dalle nostre idee e abitudini. Noi facciamo questa astinenza perché è un ordine di Dio, è una religione: astenersi dal cibo e dal bere vuol dire sentire l’altro».
«Sono molto contento di essere qui con voi, fratelli e sorelle nelle fede», ha detto monsignor Angelo Cairati. Il prevosto della città di Legnano ha accolto con piacere l’invito, sedendosi vicino al console marocchino per assaggiare i piatti preparati dall’associazione Jasmine, che ricordiamo essere impegnata nel sostegno alle donne più fragili e bisognose. Presente anche il parroco di San Domenico, don Marco Lodovici: «Il vivere insieme è bello e il ritrovarsi attorno a una tavola è uno dei modi più semplici e umani per fare questo. Dai qui si parte da quell’incontro significativo che crea collegamenti sul territorio e il desiderio di creare del bene pensando prima agli ultimi e poi a tutte le persone bisognose. Grazie, desideriamo camminare in questo modo».
«Come sindaco è un onore potere ospitare un momento che dimostra che l’integrazione è possibile, scoprendo che nella diversità c’è tanta possibilità di crescere più forti», ha detto il primo cittadino Lorenzo Radice, a tavola con altri rappresentanti della sua amministrazione. Presente alla cena anche il console generale del Regno del Marocco Mohamed Lakhal
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.