Crisi sanità, Cgil: «Le politiche scellerate regionali stanno cancellando la sanità pubblica»
Il segretario della Cgil Ticino Olona è tornato sul tema sanità sette giorni prima dello scadere del bando per infermieri dell'Asst Ovest Milanese e alla vigilia dello sciopero per dire "No" alla chiusura dell'Ospedale di Saronno
«A causa di politiche scellerate a livello regionale la sanità è diventata un servizio per pochi… accessibile solo per chi ha soldi. É un vero dramma che si può comprendere fino in fondo solo quando si ha la necessità di curarsi». Così è tornato sul tema Mario Principe segretario della Cgil Ticino Olona. E lo ha fatto sette giorni prima dello scadere del bando per l’arruolamento di nuovi infermieri tra le fila dell’Asst Ovest Milanese e alla vigilia dello sciopero indetto da un comitato di cittadini (sabato 15 aprile) per dire “No” alla chiusura dell’Ospedale di Saronno.«Se un cittadino ha necessità di analisi e cure può attendere anche 6 mesi per una ecografia. O più di un anno per una tac. Se invece è pronto a pagare gli viene offerto tutto in pochi giorni. La sanità in Lombardia non è più un bene comune».
Mancano risorse umane e gli ospedali, come nel caso della vicina azienda saronnese, chiudono. Rispetto alle altre Regioni italiane la crisi sanitaria è più accusata in Lombardia? «Si è così. Ne stiamo parlando da tempo ormai. Mancano medici e personale sanitario: professionisti che migrano verso strutture private e anche verso Svizzera e Francia perchè vengono pagati di più. Questo produce uno svuotamento di professionalità del sistema pubblico. Si è un problema nazionale, ma in Lombardia è un processo ultra ventennale causato dalla riforma». Gli effetti della nuova riforma sanitaria quali sono? «Come più volte ho ribadito la legge regionale n. 22 sta spostando le risorse verso il privato impoverendo il pubblico, aumentando così le liste di attesa, la chiusura degli ospedali, come sta accadendo a Saronno e nella provincia di Como e il rischio c’è anche nella provicia di Varese. Potrei andare avanti nell’elencare i problemi. Le responsabilità sono di questa politica scellerata sono del Governo regionale della Lombardia, inequivocabilmente».
Quali le azioni sindacali in corso per mantenere alta l’attenzione sul tema? «Nell’ambito degli incontri periodici con le amministrazioni locali stiamo chiedendo ai sindaci, in veste di responsabili per legge della salute dei cittadini, di far pressione su Asst e Regione Lombardia, per attuare politiche utili ad attirare verso il sistema pubblico le professionalità che mancano. Non escludiamo una iniziativa pubblica con Cisl e Uil per sensibilizzare sul tema. Il dramma sta in questa politica che forte dei risultati delle ultime elezioni regionali si sente dalla parte della ragione e non si accorge dell’evidenza».
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