“La guerra finirà quando si sveglierà il popolo russo”
Il racconto di Anastasiia, infermiera alla Sant'Erasmo di Legnano, a un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina
Quando è scoppiata la guerra in Ucraina, Anastasiia si trovava a Kiev, la città dove si era trasferita per lavorare come infermiera in una clinica privata. La sua famiglia è originaria di un paese al confine con la Bielorussia. «Ho iniziato ad avere paura il 23 febbraio – racconta la giovane, che dallo scorso luglio lavora alla Rsa Sant’Erasmo di Legnano -, ho chiamato mio papà e mi ha tranquillizzato dicendomi che non sarebbe successo niente. Purtroppo non è stato così. Il 24 febbraio mi sono svegliata presto: sarei dovuta andare da un’amica per festeggiare il suo compleanno. Sentivo i rumori degli aerei e tanta confusione, poco dopo ho visto dalla mia finestra una bomba esplodere. Ho chiamato mia sorella: piangeva nel dirmi che i russi erano passati vicino a loro per raggiungere la capitale. Per 5 minuti ho sentito il cervello che non funzionava».
Il padre non poteva andare a prenderla: tutte le vie di di comunicazione erano bloccate. «Insieme alla mia inquilina mi sono rifugiata nei sotterranei della metropolitana, l’unico posto dove potevamo stare al sicuro: gli avvisi arrivavano via Telegram. C’erano tantissime persone e quando ho visto salire sulla metro i soldati, tutti giovanissimi, pronti ad andare al fronte, sono scoppiata a piangere». Anastasiia è riuscita a lasciare Kiev due giorni dopo: ha trascorso qualche settimana da un’amica, a 50 chilometri dalla capitale, e poi ha trovato il modo per raggiungere la Slovacchia. È lì che sono venuti a prenderla Alfredo e Antonella, la sua famiglia “adottiva” di Marnate con la quale ha trascorso le sue estati, dagli 8 ai 14 anni, grazie al Comitato di Accoglienza dei Bambini di Chernobyl di Cerro Maggiore. «Dopo due giorni di viaggio, il 14 marzo, sono arrivata a Marnate. I primi due mesi – racconta – sono stati duri: ero depressa, piangevo spesso e dormivo male. Poi ho iniziato a darmi da fare. Ho aiutato come volontaria cinque bambini ucraini accolti in una scuola a San Vittore Olona e ho studiato l’italiano. A luglio, finalmente, è stata data la possibilità ai profughi come me di trovare lavoro e ho avuto la fortuna immensa di essere assunta alla Rsa Sant’Erasmo di Legnano. Ringrazio il direttore Livio Frigoli, sempre disponibile, e tutti i colleghi e gli ospiti che mi hanno fatto sentire bene».
Anastasiia non vede l’ora di riabbracciare la sua famiglia e il suo fidanzato, ma a Kiev non può ancora tornare: in quanto infermiera potrebbe essere chiamata al fronte e i suoi stessi familiari la esortano a stare al sicuro in Italia dove ha anche un lavoro. «Ogni mattina mi sveglio sperando che qualcuno mi chiami per dirmi che la guerra è finita. È un anno che aspetto – dice preoccupata -. Sono convinta che questa guerra finirà solo quando il popolo russo si sveglierà e dirà basta, ribellandosi. Perchè anche i loro giovani stanno morendo al fronte»
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