«Qui si fa comunità: non toglieteci i nostri orti». Vicini alla scadenza della convenzione decennale (cinque + cinque), gli affittuari degli orti urbani di via della Pace a Legnano hanno incontrato il sindaco Lorenzo Radice, per scongiurare la possibilità di perdere gli appezzamenti di terra da coltivare. Presentatosi con il collega di Castano Primo, Giuseppe Pignatiello, candidato alle elezioni regionali per il Pd con cui sta facendo campagna elettorale, il primo cittadino legnanese ha subito calmato gli animi: «Non abbiamo inviato gli avvisi di fine convenzione perchè stiamo lavorando per potere permettere, a chi l’orto lo coltiva, di andare avanti a farlo – ha spiegato Radice -. Una volta assegnati anche gli ultimi appezzamenti rimasti (l’ultimo bando era per 13 orti) faremo tutti i percorsi per fare in modo che ci sia la possibilità di andare avanti in questa direzione. Sia chiaro: questo non vale per chi lascia la terra incolta. Stiamo facendo tutte le verifiche, che attualmente sono in corso, e ci siamo presi l’impegno di risolvere questa situazione».

Il sindaco è stato poi invitato a visitare i giardini – oltre sessanta quelli coltivati – curati dai contadini urbani: «In questo periodo ci sono le fave –  hanno spiegato, indicando alcune mini serre ricreate all’interno dei recinti in legno -. In estate crescono pomodori occhi di bue meravigliosi: sono tutte coltivazioni biologiche, prodotti genuini. Facciamo ginnastica, zappando, e socializziamo tra vicini, facendo a “gara” tra chi fa crescere l’insalata o la verza migliore». Claudio nel suo orto, otto metri per otto, ha piantato anche alberi da frutto: «Questo albicocco ha nove anni –  ci mostra – e quest’estate finalmente potrò cogliere i primi frutti. Per me questo posto è importantissimo». Lo stesso cittadino fa anche notare come con una minima spesa si potrebbero realizzare altri 16 orti urbani affiancati a quelli già esistenti per allargare questo prezioso progetto sociale. Durante la visita sono stati anche evidenziati i problemi legati alla sicurezza e all’incuria di alcuni spazi.