“The colors in your eyes” a Legnano, fino a marzo la personale di Gianfranco Malchiodi
Sabato 28 gennaio, è stata inaugurata "The colors in your eyes", la personale di Gianfranco Malchiodi. Un’ottantina di opere che resteranno a Legnano sino a marzo
Dopo la mostra dedicata a Guido Crepax le sale di Palazzo Leone da Perego tornano ad aprirsi alla città con una nuova esposizione. Sabato 28 gennaio, infatti, è stata inaugurata “The colors in your eyes”, la personale di Gianfranco Malchiodi. Un’ottantina di opere che resteranno a Legnano sino a marzo. La mostra curata da Vania Rossini esplora il lavoro di Malchiodi con opere risalenti agli ultimi anni, dal 2020 al 2022, in particolare nel periodo dell’emergenza pandemica. Filo conduttore, il colore che, per Malchiodi, è un elemento fondante della sua opera. Quattro gli ambiti tematici delle opere in mostra: ricordi d’infanzia, memorie di viaggio, figure umane di ordinaria quotidianità, natura e movimento.
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«Apriamo con questa mostra il programma 2023 delle esposizioni dedicate agli artisti del territorio – spiega Guido Bragato, assessore alla Cultura -. Lo facciamo con un pittore, Gianfranco Malchiodi, che ha all’attivo collaborazioni con diversi enti e istituzioni del nostro territorio ed è, da sempre, impegnato a lavorare con gli allievi delle scuole. E questo rappresenta un importante valore educativo aggiunto della mostra: con i laboratori i visitatori più piccoli, da fruitori, diventano parte attiva traendo spunto da quanto visto per realizzare una loro opera».
Chi è Malchiodi?
Classe 1952, nato a Ferriere, sull’appenino piacentino quasi al confine con la Liguria, ma da molto tempo residente nel Legnanese, Malchiodi è un autodidatta che ha reinterpretato i grandi maestri dell’Otto e del Novecento con una marcata impronta postimpressionista.
«Malchiodi tratta i soggetti cari all’impressionismo come il tema dell’acqua, considerandolo lo specchio di una realtà in continuo divenire – spiega la curatrice Rossini -, o quello delle stagioni, con il loro rinnovarsi ciclico di forme e colori, Ma è nella corrente dell’espressionismo e del divisionismo che lo stesso trae le maggiori fonti di ispirazione». Malchiodi ha un rapporto particolare con gli animali e «spesso nelle sue opere assegna loro un ruolo da protagonista, siano essi d’affezione o allo stato brado – ricorda Rossini – . Quanto ai viaggi, Malchiodi si è spostato molto in Italia conservando sempre la capacità di farsi incantare ed emozionare dalle piccole cose. Tuttavia non ha mai dipinto “en plein air”; le foto dei suoi viaggi sono state raccolte, analizzate in studio, quindi assemblate, ritagliate fino a crearne dei collage. La sua non è una pittura immediata, come a volte appare, ma è spesso meditata e progettata attraverso l’analisi della struttura compositiva iconografica e iconologica e lo studio delle luci e del colore. In queste opere la forma e il disegno si destrutturano e lasciano il posto a matasse corpose e filamentose di colore».
Da un punto di vista tecnico Malchiodi ha iniziato con il pennello, abbandonato una volta che ha acquisito l’uso della spatola, strumento che gli permette di dare spessore materico ai suoi lavori. Un altro tema significativo del percorso artistico del pittore sono i personaggi comuni. «Ogni spaccato di vita comune per Malchiodi è degno di essere dipinto, anche nell’apparente banalità –sottolinea Rossini. In queste opere il disegno dei corpi si deforma e fatica a evidenziarsi sotto il peso di un groviglio di impasti cromatici, a tratti di stampo quasi fauve. Il colore, infatti, irrompe prepotente e violento sulla tela e scivola velocemente sui volti, espandendosi nell’atmosfera».
Informazioni
La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile sino al 12 marzo con i seguenti orari di apertura al pubblico: giovedì e venerdì 17 – 19; sabato e domenica 10 – 12.30 e 15 – 20. Le visite delle scolaresche si tengono dal lunedì al venerdì su appuntamento chiamando il 333 3876927.
Si ricorda che Malchiodi terrà laboratori con le scolaresche in mostra, occasioni in cui i ragazzi saranno invitati a realizzare una loro rivisitazione dei quadri visionati come stimolo a liberare le proprie emozioni attraverso il disegno e riconoscere la propria soggettività «come un valore aggiunto che la pratica pittorica sia la via per trasformare il senso di inadeguatezza in fiducia in sé e che costituisca uno strumento fondamentale di crescita e consapevolezza».
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