Aggressione in pronto soccorso a Legnano, i sindacati: “Vogliamo più sicurezza”
Un'altra aggressione sabato 21 gennaio in pronto soccorso: i sindacati lanciano l'allarme e denunciano la situazione in cui versa l'ospedale di Legnano
Un’altra aggressione in pronto soccorso lo scorso sabato 21 gennaio. Un 50enne è stato denunciato per interruzione di pubblico servizio dopo che ha minacciato il personale medico e gli operatori sanitari: alterato perchè un suo parente non era stato secondo lui valutato nella maniera adeguata, ha preso a pugni i vetri del triage e insultato infermieri e medici. Per calmarlo sono intervenuti i carabinieri.
Non è il primo episodio registrato al pronto soccorso di Legnano e i sindacati lanciano l’allarme: «Serve più sicurezza in Pronto Soccorso a Legnano» affermano con forza Vera Addamo, segretaria FP Cgil Ticino, Alfio Bernardo della UIL FPL Milano e Lombardia e Enza Cirelli della Cisl Milano Metropoli che in questi giorni sono tornati a chiedere all’Asst Ovest Milanese di «rafforzare la security».
La promessa della direzione ospedaliera di estendere il servizio privato di guardia armata h24 non basta ai sindacati, che attaccano: «L‘assurdità è che ad oggi non si sa quando sarà attivato questo servizio». Nel contempo anche la Polizia di Stato ha dato la sua disponibilità nell’effettuare presidi a spot, ma alle tre sigle sindacali non basta: «Perché c’è voluto così tanto tempo prima di pensare di estendere il servizio di sicurezza? E come mai non c’è una data in merito all’attivazione del nuovo servizio?».
Tra i lavoratori c’è tensione e preoccupazione: «Troppo spesso ci sono state aggressioni fisiche e verbali. Contiamo quasi un episodio al giorno». Lo stato di salute dell’Ospedale appare sempre più precario per i sindacati: «Stiamo assistendo ad un vero e proprio esodo: l’Asst non è più un luogo ottimale dove poter lavorare, quindi in molti scappano. Allo stesso tempo la direzione per raggiungere i suoi obiettivi richiede ai lavoratori turnazioni estenuanti. Nel caso del pronto soccorso le criticità si evidenziano nel momento in cui si riscontra un affanno nella gestione dei pazienti».
In media il Ps legnanese registra quasi 200 accessi al giorno, con attese di ricovero sempre più lunghe: «Per cercare di tamponare la situazione, la Medicina d’Urgenza è diventato un “reparto” di attesa per coloro che aspettano di esser ricoverati oppure operati. Questa non è una situazione ottimale. A tutto questo si aggiunge l’alta pressione causata dalla necessità di accorciare le liste di attesa allungatesi a causa dell’emergenza. Ciò comporta la necessità di coprire turni di lavoro estenuanti: tutto questo non potrà durare a lungo. È evidente che la sicurezza deve essere intesa anche dal punto di vista dello stress lavorativo. Non è possibile che il personale debba lavorare in costante emergenza, con quotidiane richieste di salti di riposo, doppi turni, straordinari per assicurare i servizi, la copertura dei turni di lavoro e l’assistenza. È un grido di sofferenza quello che viene lanciato dal nosocomio che va ascoltato. Come possono i lavoratori offrire cure se non vengono loro stessi tutelati, aiutati e messi nelle condizioni di poter dare in serenità un servizio così importante?».
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