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“Beppe, andiamo a… San Bernardino”: Fabio Caressa presenta il suo libro in contrada a Legnano

Il giornalista romano ha regalato una serata di sport e cultura attraverso i divertenti retroscena della sua vita nel calcio, raccontata nel suo ultimo libro "Grazie Signore che ci hai dato il calcio. Telecronache di una vita nel pallone"

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Un affollato maniero della contrada di San Bernardino ha accolto un ospite d’eccezione in occasione dell’ultimo “Giovedì Letterario“, un personaggio amato da grandi e piccini che ha portato a Legnano tutta la sua simpatia e professionalità per presentare il suo ultimo libro, “Grazie Signore che ci hai dato il calcio. Telecronache di una vita nel pallone”. Si tratta di Fabio Caressa, giornalista e cronista sportivo dalla carriera straordinaria, in cui ha avuto la fortuna di commentare la Nazionale Italiana nelle sue vittorie ai Mondiali del 2006 e agli Europei del 2021, regalando momenti indimenticabili agli spettatori, che ancora oggi ricordano perfettamente alcune delle sue frasi, diventate ormai patrimonio comune per tutti gli amanti del calcio e dello sport.

A fare gli onori di casa il capitano di contrada, Gildo Lilli, che ha introdotto Caressa ricordando come un evento simile dimostri come «le contrade non sono luoghi vivi solo a ridosso del Palio, ma punti di aggregazione attivi tutto l’anno dove poter assistere a eventi culturali come questo». Presente anche l’assessore Guido Bragato, che ha voluto porre l’accento su quanto affermato da Lilli, ringraziando poi la contrada per aver organizzato questa serata. Ad affiancare Caressa sul piccolo palco della contrada Amanda Colombo, che ha saputo toccare i punti salienti del libro del giornalista romano attraverso un dialogo molto aperto con l’ospite, che ha a sua volta deliziato il pubblico presente con racconti e retroscena talvolta esilaranti estrapolati dalla sua lunghissima carriera.

Ad aprire il dialogo è stato il racconto degli esordi di Fabio Caressa nel mondo del giornalismo, a cui si è affacciato all’età di 19 anni nel 1986: «Ho cominciato in quella che di fatto era la tv dei radicali, in un garage trasformato in redazione dove ho fatto la vera gavetta, improvvisandomi anche cameraman con pessimi risultati». Il giornalista romano ha strappato le prime risate al pubblico ricordando quanto fosse selvaggio il mestiere all’epoca: «Quando c’erano dei personaggi importanti, i nostri superiori ci spronavano a essere in prima fila per avere l’inquadratura migliore, solo che i fotografi, per nulla contenti di lasciarcela, ci staccavano il cavo che collegava la telecamera e la batteria del camion che ci portavamo dietro. Per evitarlo – ha raccontato Caressa – avvolgevo il cavo alla mano e colpivo i fotografi sulla schiena, quanti ne ho stesi».

Il discorso si è poi spostato sulle sue avventure da telecronista, che lo hanno portato ad affrontare condizioni meteorologiche abbastanza proibitive: «Pensate che una volta a Copenaghen si è messo a nevicare ad agosto. Il collega turco di fianco a me era in maniche corte e per scaldarsi non aveva altro mezzo se non la vodka che ci forniva lo sponsor. Ha fatto la telecronaca fatto come una pippa, non so che telecronaca abbia fatto» ha ricordato scherzosamente Caressa. Tuttavia, nonostante episodi del genere, il giornalista ha voluto evidenziare come «quello che facciamo noi è sempre mejo de lavorà», una frase che dice molto sul personaggio e sulla sua passione per il suo mestiere, condiviso da ormai 23 anni con un compagno di viaggio ormai storico, l’ex capitano dell’Inter Beppe Bergomi. «A Beppe mi unisce una grande amicizia – ha affermato Caressa -, ormai siamo ai livelli di una coppia sposata, al ristorante mi toglie le briciole dal maglione».

Tra i tantissimi aneddoti divertenti c’è stato anche spazio però per momenti più seri e toccanti, come il ricordo di Gianluca Vialli, ex campione di Juventus e Chelsea recentemente scomparso che ha condiviso diversi anni della sua carriera da opinionista con Fabio Caressa: «Gianluca era una persona veramente speciale, ha sempre anteposto il “noi” all'”io”, un uomo di una gentilezza e di un’eleganza uniche che è stato per me un amico vero».

Il giornalista ha parlato poi della sua evoluzione nell’arco della carriera e dei suoi impegni extra-calcio, affermando quanto sia importate per lui adattarsi al cambiamento ed evolversi: «Penso che nella vita sia fondamentale cercare di imparare qualcosa di nuovo ogni giorno e cercare di migliorarsi costantemente – ha dichiarato Caressa -. Da sempre sono convinto di questo, ma devo riconoscere che per anni sono stato piuttosto restio al cambiamento. Tuttavia, ultimamente sto cercando di adattarmi all’evoluzione del mondo, ad esempio approcciandomi ai social, mondo che mi hanno fatto scoprire le mie figlie e che ora mi diverte molto». Concentrandosi invece sul ruolo del telecronista, il giornalista romano ha rivelato il segreto del mestiere: «La cosa migliore che un telecronista può fare è prepararsi a ciò che sta per accadere e sottolinearlo nella maniera migliore. Bisogna togliere il vetro e trasmettere lo stato emotivo che si respira allo stadio allo spettatore a casa».

La serata si è poi conclusa con le numerose domande del pubblico, composto da giovanissimi, adulti e anziani, a dimostrazione di quanto Fabio Caressa attraversi le generazioni arrivando a tutti. Infine, terminata la presentazione del libro, il giornalista si è concesso ai presenti per il momento del firma-copie, scambiando due chiacchiere con chiunque volesse un autografo o una foto per avere un ricordo di questa serata di sport e cultura in contrada.

Andrea Colombo
colomboandrea59@gmail.com
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Pubblicato il 20 Gennaio 2023
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