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Case popolari “in rosso” a Legnano, il sindaco: “Dal comune tutte le iniziative necessarie”

Le cifre relative al passivo delle case popolari per l'amministrazione «sono dati a cui prestare attenzione, ma che non devono creare allarmismo»

case popolari legnano

Evitare che le morosità al momento limitate a qualche centinaio di euro crescano di importo e concentrarsi sui 186 inquilini tuttora residenti negli alloggi comunali del servizio abitativo pubblico che hanno in arretrato canoni di locazione o spese condominiali: è questa la strategia con cui il Comune di Legnano sta affrontando il problema della gestione “in rosso” di quelle che una volta venivano chiamate case popolari: problema che, comunque lo si guardi, ha ormai portato nel suo complesso al consolidamento di un passivo di 2,2 milioni di euro.

Case popolari in “profondo rosso” a Legnano, moroso più di un inquilino su due

Dalla cifra, va detto, va virtualmente sottratta rispetto alle operazioni di recupero la somma riconducibile ai cosiddetti “casi sociali”, ovvero a quelle posizioni dove per particolari condizioni di fragilità o di impossibilità a far fronte al debito è il comune ad intervenire mettendo a bilancio le somme necessarie, che non possono essere recuperate attraverso azioni legali: si parla in tutto di 42 casi (quattro dei quali, però, riguardano ex inquilini che oggi si sono trasferiti o sono venuti a mancare). Anche così, però, l’importo resta considerevole e supera il milione e mezzo di euro contando anche le pendenze relative ad una cinquantina di ex inquilini: pendenze che ovviamente non possono più aumentare in termini quantitativi, ma rispetto alle quali l’iter di recupero è destinato, laddove possibile, a proseguire, lasciando comunque, almeno fino alla sua conclusione, un segno meno nei bilanci.

Le morosità relative agli inquilini attuali, invece, sfiorano i 1.150.000 euro, ed è questa la “fetta” di passivo – che comprende situazioni anche molto diverse fra loro, in una forbice che spazia da poche centinaia di euro ad oltre 100mila euro con sole 35 posizioni che generano un debito complessivo di 880mila euro (per la maggior parte è già oggetto di azioni legali) – su cui Palazzo Malinverni ha deciso di concentrarsi in via prioritaria. «Grazie al consigliere Brumana per aver portato l’attenzione su questo problema, però, per inquadrare correttamente un tema serio come la morosità nelle case comunali, è necessario leggere le dimensioni reali del fenomeno – spiega il sindaco Lorenzo Radice -. Il problema esiste e per questo la nostra amministrazione, sin dall’insediamento, lo ha preso in mano dandogli un indirizzo chiaro: la separazione dei veri casi sociali da quelli di chi, pur in grado pagare l’affitto, non lo fa. E su questi ultimi interveniamo. Per questo, dopo aver analizzato tutte le situazioni caso per caso, abbiamo definito con Euro.PA un modello di intervento finalizzato ad avviare le opportune azioni legali (stragiudiziali e giudiziali) verso i morosi colpevoli, azioni che, però, richiedono tempi tali da non produrre risultati immediati. Voglio essere chiaro nei confronti di questi cittadini: qualora questi percorsi non avessero un buon esito, il Comune attuerà tutte le iniziative necessarie a tutela di un bene pubblico quali sono le case popolari, fino ad arrivare, ultima ratio, allo sfratto. Invece, per i tanti cittadini che hanno piccole situazioni debitorie, che per decine di famiglie ammontano a qualche centinaio di euro, il nostro obiettivo è principalmente quello di intervenire prontamente per evitare che queste si aggravino definendo opportuni piani di rientro e facendo sentire la presenza del Comune».

«È importante analizzare la distribuzione del debito – sottolinea l’assessore ai Servizi sociali e alle Politiche abitative Anna Pavan – e colpisce il fatto che poche decine di persone producano la quota di gran lunga più consistente della morosità, mentre il debito del numero più alto di nuclei familiari morosi non arrivi nemmeno a mille euro. Una doverosa precisazione riguarda la frequenza della morosità: questa non è continua da parte di tutti i 186 residenti. La maggior parte dei morosi non ha pagato in alcuni periodi per riprendere poi a saldare regolarmente canone d’affitto e spese o viceversa».

 

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 14 Gennaio 2023
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