Reddito di cittadinanza a Legnano, il 30% ha già un lavoro precario e sottopagato
Nel 2019 nella provincia di Milano sono stati registrati 78mila accessi al reddito. Da gennaio a settembre 2022 sono stati 110mila, Un fenomeno che va di pari passo all'aumento della povertà acuita anche dai rincari energetici
Aumentano coloro che chiedono il reddito di cittadinanza e molti, il 30% nella provincia di Milano, lo richiedono per arrotondare un lavoro precario, part time e sottopagato. Un fenomeno che va di pari passo all’aumento della povertà acuita anche dai rincari energetici dettati dalla guerra in Ucraina. Una situazione grave che fa preoccupare i sindacati tornati a difendere il reddito di cittadinanza in attesa di trovare soluzioni utili per risanare il mondo del lavoro ed economico.
Il segretario della Cgil Ticino Olona, Mario Principe, con il referente della Uil locale Stefano Dell’Acqua in questi giorni di fine anno sono tornati a parlare di reddito di cittadinanza. E lo hanno fatto segnalando l’arrivo all’orizzonte di una «vera e propria emergenza sociale da scongiurare. Una crisi che forse si potrà evitare solo con la fine dei conflitti in Ucraina».
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Quindi da una parte il costo della vita troppo alto, dall’altra l’assenza di lavoro o “stipendi da fame”. In questo contesto Principe ha sottolineato che nei 49 comuni del comprensorio Ticino Olona ci sono in media, in ogni località, almeno 30 cittadini che ricevono il reddito. «A fronte di ciò credo si debba colpire coloro che abusano di questo strumento, ma nel contempo garantirlo a chi ne ha veramente bisogno». Nel 2019 nella provincia di Milano sono stati registrati 78mila accessi al reddito. Da gennaio a settembre 2022 sono stati 110mila. «Un aumento netto che fa capire lo stato di bisogno – affermano i sindacalisti -. Il 43% di loro sono italiani e il 30% del totale ha un contratto precario ed è sottopagato. Si trovano in una condizione di povertà».
Il quadro è drammatico. «Se è vero che non stiamo conteggiando una perdita vera di occupazione è altrettanto vero che siamo davanti a situazioni di povertà – affermano i sindacalisti -. I costi energetici se continuano ad aumentare ci porteranno ad una vera emergenza sociale».
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