Il sindaco di Legnano Lorenzo Radice tra progetti, bilanci e sogni
Il bilancio di fine 2022 del sindaco di Legnano, Lorenzo Radice intervistato "a tutto campo" in redazione
Stiamo per salutare il 2022, un anno ancora segnato da tante emergenze, ma anche dalla voglia di riprendersi in mano il futuro e di iniziare a fare progetti. Ecco il bilancio di fine anno del sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, intervistato “a tutto campo” nella redazione di LegnanoNews.
Sindaco, che anno è stato il 2022?
«È stato un anno pieno, faticoso. Dopo il Covid è arrivata la guerra: abbiamo dovuto gestire il caro bollette (solo per il Comune un aggravio pari ad oltre 3 milioni di euro), e la crisi climatica che a livello locale ci ha impegnato con parchi e alberi da proteggere. Il 2022 è stato anche l’anno dei progetti con cui abbiamo iniziato a rigenerare l’infrastruttura per una città sociale e sostenibile per tutti, per i bambini e i giovani soprattutto: una città che permetta di cambiare il proprio stile di vita, dove le persone possano stare in relazione. Tutto questo sta prendendo forma».
Quali sono i primi progetti che vedranno la luce?
«Nel prossimo triennio contiamo di dare il là a più di 40 cantieri, finanziati con oltre 70milioni di euro, tra fondi Pnrr, fondi Europei e regionali. Nel 2023 saranno pronte le prime due linee della bicipolitana e partiranno i lavori in impianti sportivi (molti già avanzati), scuole e palestre. Continueranno anche i lavori di Cap Holding per l’invarianza idraulica. Saranno avviati invece nel 2024 altri cantieri come il museo dei bambini e gli interventi de La scuola Si fa Città. La sfida vera sarà poi quella di trovare il modo per partire subito anche con la gestione degli spazi rigenerati. Il 2023 vorrei che fosse l’anno in cui finalmente si potrà avere un gestore per l’ex Casa Accorsi. C’è poi la piscina: sono partiti i lavori di riqualificazione degli spogliatoi impero e stiamo gettando le basi per il partenariato pubblico/privato per dare un nuovo impianto natatorio ai legnanesi».
Nel 2023 sarà anche approvato il nuovo Pgt. Quale futuro per le grandi archeologie industriali?
«La variante del Pgt sarà approvata nella seconda metà del 2023. Uno strumento urbanistico importante anche per gli operatori privati. Nel caso del recupero della ex Manifattura di Legnano (tra residenziale e pubblico con la possibilità di un mercato coperto) e dell’ex Crespi, l’operatore potrà usare questi mesi per portare avanti le attività di progettazione, per arrivare al momento dell’approvazione del Pgt con i progetti già pronti. La nostra idea su quelle aree, ripeto, non cambia, altrimenti sarei un folle. Si sta muovendo qualcosa anche per la ex Bernocchi (lungo l’Olona): la convenzione con i privati è stata firmata e sono loro a dovere partire con l’intervento».
Passando al sociale, teme una esplosione delle nuove povertà?
«Lo sblocco degli sfratti unito all’abolizione del reddito di cittadinanza sicuramente non ci fa stare tranquilli. Forse non era il momento per togliere questa forma di sussidio: l’emergenza abitativa è una realtà che stiamo già affrontando. Fortunatamente nella nostra zona le grandi aziende, quelle che sono sopravvissute alle ultime grandi crisi, stanno resistendo: le offerte di lavoro ci sono, ma è importante lavorare sull’incontro tra offerta e domanda e quindi sulla formazione, favorendo la nascita di Ifts e Its».
Non possiamo dimenticare il Palio. Si è tornati a parlare della pista al Castello, quale è il vostro orientamento?
«Se nel 2022 è ripartito solo il Palio quest’anno l’evento sarà segnato anche dalla ripartenza di tutti quegli eventi collaterali, soprattutto culturali, che accompagnano la manifestazione. L’indirizzo che abbiamo dato è quello di mettere alcune basi progettuali per impostare una comunicazione che permetta di andare oltre i confini legnanesi, anche attraverso un lavoro di raccolta fondi. Poi c’è il grande sogno: il Palio al Castello. Vogliamo chiudere l’anno avendo chiarito una volta per tutte se questo progetto si può concretizzare dal punto di vista economico, strutturale, normativo e di vincoli. Adesso abbiamo un ente di natura privatistica che può sviluppare un piano economico. La pista al Castello, ripeto, è un sogno, ma ora abbiamo gli strumenti per capire con quali condizioni si può fare. Sicuramente dovrà essere una struttura mobile da sfruttare per gli eventi primaverili e non solo per la corsa di maggio».
A febbraio ci sarà il voto le elezioni regionali, come vive la campagna elettorale e cosa si aspetta dalle urne?
«Vivo la campagna fortunatamente da esterno – scherza -. Ho messo a disposizione il mio appoggio a Pierfrancesco Majorino e ai candidati del territorio, ovviamente politicamente mi auguro che possa esserci un cambio della guardia. Detto questo, non posso che auspicare che i rapporti con l’ente regionale proseguano sulla stessa linea di oggi: c’è una buona collaborazione e un rapporto più che buono su tutti i fronti aperti, il dialogo è continuo e credo che al di là delle differenze politiche sia questa la strada giusta da seguire».
Quale augurio fa ai legnanesi?
«Che sia un 2023 di pace, in cui possiamo davvero ritrovare la serenità e la forza per ripartire prendendoci in mano il nostro futuro, guardando un pò più lontano».
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