«Continui rincari energetici, siamo sulla soglia di un’emergenza sociale»
Preoccupazione tra i sindacati. Mario Principe, segretario della Cgil Ticino Olona e Stefano Dell’Acqua, referente della Uil tracciano un bilancio del 2022 e disegnano le prospettive del 2023
Continui rincari, ammortizzatori sociali inadatti, carenza di welfare e riforme delle pensioni “incomprensibili”. Sono solo alcuni dei tanti nodi che preoccupano il mondo del lavoro creando situazioni al limite dell’emergenza sociale. Problemi di cui si parla ormai da diversi anni e che rabbuiano sempre più il futuro.
Si tratta di temi importanti come l’occupazione, la sanità, i pensionamenti ai quali è «necessario trovare soluzioni immediate lavorando tutti insieme» secondo Mario Principe, segretario della Cgil Ticino Olona e Stefano Dell’Acqua referente della Uil che in questi giorni di fine anno hanno tracciato un bilancio del 2022 e disegnato le prospettive del 2023.
Da anni ormai il copione è sempre lo stesso: il lavoro è sempre più precario, da sfruttamento ed anche insicuro. Ed ora con i rincari energetici dovuti alla guerra ancora in corso in Ucraina, il nuovo anno si prospetta ancor più complesso di quello passato: «Da una parte i numeri parlano di una occupazione stabile – afferma Principe -. Solo che il 31 dicembre i contratti scadono e la paura è quella di veder triplicare i costi energetici». Secondo i sindacalisti siamo sulla soglia di una vera e propria emergenza sociale: «Ci auguriamo di non dover assistere anche ad una crisi di questo genere – afferma Principe -. La situazione è già complessa così. Dal canto nostro noi saremo sempre affianco ai lavoratori e disposti a sederci ad un tavolo per cercare soluzioni».
Il 2022 si chiude con l’approvazione da parte del Governo di una manovra finanziaria che non piace ai sindacati. La legge varata, come ha più volte spiegato Principe, «colpisce i poveri, premia gli evasori, aumenta la precarietà, non sostiene salari e redditi da lavoro e penalizza le pensioni. E non affronta la crisi del sistema sanitario, oltre che le emergenze industriali ed energetiche. I problemi da affrontare sono davvero tanti. Ma se c’è l’impegno di tutte le parti è possibile risolvere le criticità e rimettere al centro i temi del lavoro e della giustizia sociale».
Messa alla spalle la crisi dell’emergenza sanitaria, sono arrivati gli effetti del conflitto Russia – Ucraina con un aumento della povertà: a dirlo sono i numeri registrati nelle stesse mense dei poveri del territorio. Si è radicata la convinzione di non poter trovare un posto di lavoro, un’occupazione dignitosa: «I lavoratori che bussavano alla porta non sono in cerca di un posto, chiedono sussidi – spiega Dell’Acqua -. E i giovani sono i primi ad esprimere diffidenza verso il futuro. Una delle criticità che frena lo sviluppo è l’insufficiente della crescita dalla produttività. È necessario accompagnare a livello di contrattazione aziendale la diffusione delle nuove tecnologie con un’organizzazione del lavoro che premi la qualità ed incentivi la crescita professionale. È arrivato il momento di attuare grandi riforme, come quella relativa agli ammortizzatori sociali e del fisco. Riforme pensate in maniera organica con le parti sociali».
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