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Da Varese a Legnano aumentano le richieste alle mense dei poveri

Dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate 2.200 pasti caldi per Il Pane di Sant’Antonio e la mensa dei poveri di via Luini a Varese, la Casa della Carità di Legnano e la Mensa del Padre Nostro di Castellanza

mensa dei poveri

Oltre 2.200 pasti caldi per le mense dei poveri dell’Altomilanese e del Varesotto. Per le feste natalizie, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha deciso di sostenere quattro realtà del territorio che operano quotidianamente al fianco degli ultimi e che fanno fronte a un bisogno esponenzialmente in crescita: l’associazione Il Pane di Sant’Antonio di Varese, la mensa dei poveri di via Bernardino Luini sempre a Varese, la Casa della Carità di Legnano (parrocchia Santa Teresa del Bambin Gesù) e la Mensa del Padre Nostro di Castellanza.

«Confermando l’azione già fatta due anni fa per sostenere il crescente bisogno determinato dall’emergenza sanitaria, come istituto di credito cooperativo del territorio abbiamo voluto intervenire nuovamente davanti a una nuova crisi, questa volta generata dall’aumento dei costi energetici e dall’inflazione. Una crisi che, inevitabilmente, va a colpire le situazioni più fragili», dice il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Roberto Scazzosi. «È un’operazione nella quale abbiamo voluto coinvolgere anche i nostri soci: una quota del contributo straordinario deriva dai tradizionali riconoscimenti per i nostri soci storici: abbiamo convertito il budget previsto in un’azione concreta dedicata agli ultimi, come quella di donare un pasto caldo».

Le quattro realtà individuate spesso vanno ben oltre il “solo” servizio mensa, arrivando a sostenere le famiglie anche con altri interventi. Aggiunge il vicepresidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Diego Trogher: «La situazione di difficoltà mette a rischio quelli che sono i bisogni primari delle famiglie e delle persone. L’opera delle Case della Carità è estremamente lodevole, ma necessita del supporto – grande o piccolo che sia – di tutti. Come banca di comunità noi ci siamo e speriamo che, come noi, altri possano contribuire al sostegno della loro attività, soprattutto in particolare un momento storico nel quale stanno crescendo molto le richieste di aiuto».

Infatti, l’associazione Il Pane di Sant’Antonio di Varese deve fare fronte a sempre maggiori richieste. «Stiamo registrando un aumento di circa il 30% degli accessi alla mensa», spiega don Marco Casale, presidente dell’associazione Il Pane di Sant’Antonio e responsabile della Caritas decanale di Varese. «Abbiamo circa 110 – 120 accessi al giorno, tutti i giorni a fronte dei circa 80 ordinari. Facciamo fronte a un disagio sociale che cresce quando ci sono dei momenti di crisi: lo abbiamo registrato con la crisi economica del 2008, nel periodo della pandemia e adesso, quando i prezzi e i costi energetici non consentono di arrivare alla fine del mese». L’associazione, che può fare leva sulla disponibilità di 170 volontari e poggia su quattro persone assunte che gestiscono l’intera struttura, offre anche un servizio doccia, un servizio armadio e uno sportello farmaceutico, oltre ad avere un emporio solidale dove, per scelta, viene data la priorità alle famiglie povere con minori. «Viviamo di donazioni. E donazioni come questa ci permettono di andare avanti e di rispondere a bisogni primari quali sono quelli del cibo, dell’igiene personale e dei farmaci».

A Legnano, il quadro non cambia. Anche la Casa della Carità che gestisce la mensa dei poveri sta registrando un aumento tra il 15 e il 20%. «Dalle circa 70 persone abituali, nell’ultimo mese siamo passati a 80-85 ogni giorno», spiega Paolo Evalli, coordinatore della mensa della Casa della Carità di Legnano. «Sono aumentati gli italiani, persone che pur lavorando non riescono a far fronte a tutte le spese. La crescita dei prezzi ha messo in difficoltà quanti erano nelle condizioni di maggiore fragilità. Alla Casa della Carità fanno riferimento anche delle persone ucraine che sono ospiti dell’oratorio della parrocchia di Legnarello, cerchiamo di dare loro quanto hanno bisogno». Anche la Casa della Carità vive di donazioni». Precisa: «Senza le mani dei volontari non si farebbe nulla, ma senza il sostegno di chi ci aiuta con le donazioni non potremmo dare un pasto caldo tutti i giorni a chi ne ha bisogno. Queste forme di solidarietà che si ripetono mantengono nel cuore dei nostri ospiti qualche speranza per il futuro; si accorgono, ogni giorno, di non essere soli».

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Pubblicato il 28 Dicembre 2022
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