Appartamento allacciato al teleriscaldamento al freddo, un cittadino porta Amga in tribunale
Un condomino che abita in una palazzina allacciata al teleriscaldamento ha presentato ricorso d'urgenza per far rispettare ad Amga il contratto
E alla fine si è arrivati al tribunale. Già nei giorni scorsi i consiglieri comunali di opposizione Franco Brumana e Carolina Toia avevano denunciato la situazione di scuole e condomini allacciati all’impianto di teleriscaldamento gestito da Amga, la società partecipata che ha in Legnano il suo azionista di maggioranza, che ormai da giorni fanno i conti con temperature rigide non solo all’aperto ma anche dentro casa. Ora, però, un condomino ha deciso di fare un passo in più e ha presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale di Busto Arsizio.
Il ricorso, con tanto di fotografie, documenta non solo la temperatura dell’acqua in arrivo dal teleriscaldamento, che nei giorni scorsi ha spesso oscillato tra i 49 e i 56 gradi a fronte di una temperatura di mandata da 90° gradi e di ritorno di 65/70 °C indicata negli stessi allegati all’atto di indirizzo per l’allacciamento dell’impianto al termovalorizzatore di Busto Arsizio, che martedì 20 dicembre approderà in consiglio comunale. Le immagini, inoltre, parlano di una potenza termica proveniente dal teleriscaldamento che in più occasioni è scesa sotto i 300 kilowatt nonostante il contratto ne preveda 800. Il risultato è che nell’appartamento del condomino che ha deciso di rivolgersi la tribunale la temperatura nei giorni scorsi ha toccato un minimo di 10,9 gradi, attestandosi peraltro anche in altre giornate sui 14 gradi in mattinata per poi raggiungere un massimo di 19 gradi la sera.
«Amga Legnano si è resa inadempiente agli obblighi contrattuali perché la potenza termica è erogata in misura molto inferiore a quella prevista dal contratto, con la conseguenza che la temperatura dell’acqua calda, che perviene al condominio, è insufficiente a riscaldare in modo idoneo l’edificio – si legge nel ricorso -. […] A quanto consta al ricorrente la mancata produzione e distribuzione di energia termica sufficiente è dovuta alla scelta economica di ridurre le spese, rimandando a fine 2023 l’acquisto di un cogeneratore in sostituzione di un altro obsoleto ed inutilizzabile e di limitare la manutenzione ed il rinnovamento degli impianti, nonché all’allacciamento al teleriscaldamento di un gran numero di nuove utenze che hanno comportato un maggior consumo dell’energia termica».
Il condomino, che intende agire in giudizio per ottenere non solo che la partecipata che gestisce l’impianto rispetto gli obblighi contrattuali ma anche il risarcimento dei danni, ha quindi deciso di depositare un ricorso d’urgenza ritenendo di avere «fondato motivo di temere di subire un pregiudizio imminente e irreparabile al diritto alla salute» e per denunciare il «pregiudizio alla qualità della vita sua e della sua famiglia». E al giudice ha chiesto non solo di ordinare ad Amga di somministrare la quantità di energia termica prevista dal contratto, ma anche di condannare la società al pagamento di 500 euro per ogni giorno di eventuale ritardo nell’adeguarsi all’ordinanza che in questo senso potrebbe arrivare dal Tribunale di Busto Arsizio.
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