Scatoli e Biaggi in mostra alla Pinacoteca del Castello di Legnano
La sensibilità di Fabio Scatoli e l'espressività di Daniele Biaggi sino alla fine di ottobre saranno in mostra alla Pinacoteca del Castello di Legnano
La sensibilità di Fabio Scatoli e l’espressività di Daniele Biaggi in mostra alla Pinacoteca del Castello di Legnano. Le due esposizioni, inaugurate nel pomeriggio di sabato 8 ottobre Castello visconteo rientrano in “Visioni viscontee”, il filone di esposizioni che vuole valorizzare l’opera degli artisti attivi su questo territorio.
L’artista Scatoli con “Il segno della materia” propone, attraverso una quindicina di opere, un excursus della sua ricerca che dura da 40 anni. La mostra curata da curata da Marina Arensi visitabile al piano terra del maniero, restituisce al visitatore una delicata poetica quasi introspettiva. Al primo piano i manufatti, realizzati con diverse tecniche, di Biaggi esposti sotto il nome di “Le forme dell’identità collettiva”. Personale curata da Giorgio Fedeli con la quale l’autore cerca di raccontare il «vissuto dell’uomo dentro la storia e la società».
Le due mostre saranno a ingresso libero, saranno aperte il sabato e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19 sino al 30 ottobre.
«Con le mostre di Biaggi e Scatoli la rassegna “Visioni viscontee” – sottolinea l’assessore alla Cultura Guido Bragato -si arricchisce dei contributi di due artisti del territorio che si esprimono attraverso linguaggi molto diversi fra loro il tratto e il colore che danno forma a icone potenti della cultura africana nei lavori di Biaggi e i diversi materiali che, accostati o variamente combinati, originano armonie cromatiche nelle opere di Scatoli. Sono certo che due proposte così differenti potranno incontrare l’interesse di un pubblico ampio e diversificato; pubblico».
Artisti in Pinacoteca
Fabio Scatoli (piano terra) – Nelle composizioni si intrecciano dialoghi di tassellature, si creano giustapposizioni, incastri di tessuti, legni e metalli, plastica e asfalto liquido dove gli effetti prodotti dalla fisicità dei materiali vissuti si sposano con le atmosfere cromatiche stemperate in vaporosità e addensamenti, squarciati da sprazzi di luce. Un linguaggio, il suo, sorretto dal gusto sicuro che guida le scelte di colore, nel colloquio dominante tra i bruni e i grigi; tra buio e luce, ombre e chiarori, in rapporti che possono esprimere anche tensioni plastiche e profondità accennate. Scatoli, nato nel 1955 a Legnano, ha cominciato il suo percorso artistico all’inizio degli anni Ottanta nella Galleria “Il Gelso” di Lodi. Ha esposto in Italia e all’estero (Austria, Germania e Stati Uniti).
Giorgio Fedeli (primo piano) – Ne “Le forme dell’identità collettiva” sono presentate diverse ma correlate pratiche di pittura (acrilico) e scultura (legno e scagliola). I riferimenti assunti da Biaggi sono il popolo e la civiltà dell’Africa, da tempo termine di paragone esemplare del rapporto di convivenza o di forza tra diverse etnie, culture e valori. L’uomo africano è inquadrato come l’incarnazione onnicomprensiva di ogni minoranza a confronto col sistema dominante di turno, sempre in bilico tra predominio e integrazione, asservimento e libertà, cancellazione di valori socio-antropologici e la loro approvazione ed espressione. Biaggi, nato a Legnano nel 1968, dove risiede, è diplomato all’Accademia di Belle arti di Brera e vanta numerose collaborazioni con studi di decorazione, arredamento e grafica per lavori pittorici e grafici.
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