Isabella Rauti (FdI): “Preferita da un elettorato che non si è lasciato condizionare dalle scorrettezze”
La candidata della coalizione di centrodestra al Senato si prende la rivincita: "Fiano scorretto, i sindaci democratici pure. Ma gli elettori hanno saputo scegliere senza farsi condizionare"
Era uno tra i confronti più attesi anche a livello nazionale per lo spessore politico dei due principali candidati all’Uninominale del Collegio Legnanese al Senato. Ha vinto nettamente Isabella Rauti (Fratelli d’Italia). Con un vantaggio di oltre 15 punti percentuali, ha superato Emanuele Fiano (PD).
Nella conferenza stampa di oggi, accanto a Paola Frassinetti con la quale ha condiviso la campagna elettorale, così si è espressa Rauti: «Subito un ringraziamento ai volontari. In una campagna così breve, non si centrano gli obiettivi se non esiste uno sforzo collettivo. Grazie al loro contributo, il risultato è stato eccezionale. Dalle urne finalmente gli italiani hanno potuto dire da chi essere governati e, adesso, giusto rispettare la decisione popolare. Una percentuale così consistente di preferenze non consente di avere altri dubbi. Con questa percentuale, la coalizione di centrodestra potrà governare con una affermazione storica».
Il passaggio sulla modalità di svolgimento della campagna elettorale: «È stata aggressiva e scorretta, ma noi non abbiamo mai voluto alimentare i toni. Non abbiamo mai raccolto provocazioni e offese. Ho sempre considerato Fiano un avversario, non un nemico. Eppure, ha cercato di personalizzare lo scontro con affermazioni inesatte e offensive verso la mia famiglia e mio padre, sempre assolto dalle accuse ricevute. La lettera firmata dai sindaci democratici a suo sostegno è stata un altro passaggio scorretto. Dai sindaci sarebbe stato dovuto maggior rispetto verso la comunità. Invece, hanno fatto prevalere il ruolo di partito a quello istituzionale. Per noi le istituzioni sono sacre e meritano lealtà. Anche questa operazione ha comunque sollevato soltanto indignazione e l’effetto è stato contrario alla loro volontà».
L’ultima riflessione l’astensionismo: «La politica deve considerare questo fenomeno. Un dato sul quale ragionare fin da subito. Lo scontento e il disincantamento verso la politica sono profondi. Noi sentiamo tutta la responsabilità anche in questo contesto. L’impegno sarà indirizzato nel dover governare bene e nel restringere lo spazio che divide popolo e governo»
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