A Legnano il mito della Parigi-Dakar rivive con i piloti e le moto del raid del deserto
Alla terza edizione di “C’era una volta la Parigi Dakar”, quarto raduno internazionale “Honda Africa Twin Marathon” anche tre camion e oltre 20 protagonisti dei rally
Il mito della Parigi-Dakar è tornato a Legnano. L’Associazione Musicale Jubilate ETS, nell’ambito della rassegna “Musica e Motori”, infatti, ha organizzato cn successo la terza edizione di “C’era una volta la Parigi Dakar”, quarto raduno internazionale “Honda Africa Twin Marathon” con la partecipazione di piloti che hanno partecipato al raid del deserto e l’esposizione di moto ed eccezionalmente anche di tre camion che hanno corso la Dakar.
L’evento, realizzato in collaborazione con Honda Motor Europe LTD Italia, Moto Macchion, Lavazza Motolab e Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, ha avuto una finalità benefica: la raccolta fondi per tre borse di studio della scuola di musica Jubilate.
L’organizzazione ha voluto legare questa manifestazione alla musica. Spiega Patrizia Alli della scuola di musica Jubilate e appassionata delle due ruote: «Una prima borsa è stata assegnata a una giovanissima pianista, una seconda al gruppo di Musica d’insieme e la terza al Piccolo Coro della scuola Jubilate». Così il mito della Dakar diventa occasione per avvicinare musica e motori. «L’elemento comune è la passione: la nostra passione per il territorio e per tutte le iniziative che, come questa, sono volte a creare occasioni di crescita», osserva Roberto Scazzosi presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate.
L’evento, davanti alla scuola di musica Jubilate, in via Abruzzi a Legnano, ha permesso ad appassionati e curiosi di ammirare autentici mezzi della Dakar e conoscere i protagonisti della più iconica e ineguagliata epoca di coraggio e spirito di avventura.
Presente alla manifestazione anche Giampiero Findanno che insieme a Balestrieri e Zocchi é stato nel 1984 il primo pilota a correre la Parigi Dakar: “Un’avventura meravigliosa – racconta -. In quegli anni non c’erano le tecnologie di oggi e per il pilota era fondamentale sapere conservare e amministrare la moto per correre nelle migliori condizioni: c’era più manualità, ma soprattutto non c’era il GPS ed era davvero un’avventura correre nel deserto. La giornata di oggi permette di ripercorrere e rivivere tutte queste emozioni con piloti di diverse generazioni provenienti da tutta Italia”
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