Le “confessioni” del sindaco Lorenzo Radice all’ “Incantesimo della nostalgia”
La Sala Blu di Welcome Hotel è tornata a rianimarsi con racconti della nostra "legnanesità". Il nuovo appuntamento dedicato a sanità, imprenditoria, cultura, arte e politica
La pandemia ha fatto perdere la continuità a tanti eventi in città. Una interruzione che ha coinvolto un po’ tutti gli ambienti culturali, sociali, sportivi. Tra quelli che più mancavano, impossibile dimenticare le serate al Welcome Hotel di Luciana e Giuseppe Calini. La riapertura della Sala Blu ieri sera, venerdì 24 giugno, è stata quindi accolta con una partecipata presenza dagli appassionati di “legnanesità”.
Per la dodicesima puntata dell’ “Incantesimo della nostalgia”, Giuseppe ha messo insieme un “cast” che ha abbracciato tanti settori della nostra quotidianità: la sanità, l’imprenditoria, la cultura, l’arte e la politica. Cinque ambiti, con cinque protagonisti che hanno saputo offrire, attraverso la propria esperienza, spaccati di una Legnano attiva, vivace, prolifica.
La presenza di Lorenzo Radice, sindaco di Legnano, ha dato un tocco istituzionale alla serata, anche se il nostro primo cittadino ha preferito aprirsi più sull’aspetto umano e sociale e molto meno politico: «Mi sono dato regole precise nel mio mandato – ha affermato Radice – come ridere spesso, credere nei sogni, circondarsi di amici, mantenere le promesse, urlare… si urlare, ma piano. Voglio credere e investire sui giovani. Per questo il mio motto è quello di don Milani: I care… prendiamoci cura degli altri, della nostra città, della comunità».
Dall’imprenditore e uomo di Palio, Giuseppe Scarpa, l’immagine di una Legnano vivace, proiettata sempre aventi nel mondo dell’industria con una terza e ormai presente con una quarta generazione che assicura continuità a una azienda prossima ai 100 anni. Scarpa, gran priore vittorioso nell’ultimo Palio, ha rilanciato anche la voglia di una vera ripresa proprio attraverso la manifestazione contradaiola : «Nel 2020 sono stato tra coloro che più credevano nella necessità di fare Palio anche con le restrizioni in atto. L’edizione di quest’anno mi hanno dato ragione. Aver mantenuto una continuità organizzativa è stato fondamentale per la riuscita».
Ma quante opere d’arte si trovano al cimitero monumentale di Legnano? Le ha fatte scoprire Antonietta Rebolini con competenza, passione e discrezione. Edicole e tombe di famiglie illustri sono arricchite da statue, decorazioni, dipinti, mosaici che fanno del camposanto un vero museo all’aperto, ancora in massima parte sconosciuto.
I 50 anni della libreria Nuova Terra sono stati raccontati da Fiorella Roveda. Un omaggio soprattutto a Peo Albini alla sua capacità manageriale portata nel mondo della cultura e dell’editoria. Proprio per il mezzo secolo di attività è stato coniato il motto “la nostra storia siete voi”, in poche parole lo spirito che ha elevato la libreria a eccellenza legnanese.
Infine, tante storie collegate alla pandemia, vissute all’interno del nostro ospedale, grazie alla testimonianza di due operatrici sanitarie, Alessandra e Antonella: «Non abbiamo alcuna qualità eroica, come invece ci è stata attribuita. Quello che ci ha distinto è stato piuttosto aver fatto il nostro lavoro. La vera forza sono stati i nostri pazienti. Quando vinci una battaglia così difficile, i legami sono potenti. Loro avevano solo noi, noi avevamo solo loro». Insieme alla due infermiere, Marco, paziente tetraplegico, che ha trovato nella pittura un aiuto importante nell’uscire dal tunnel del contagio.
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