Dai mattoni arrivati dall’Inghilterra ai filati per Lacoste: una mattina dentro la ex Manifattura di Legnano
Dopo l'aggiudicazione all'asta della scorsa estate, le porte della ex Manifattura di Legnano si sono aperte a consiglieri e presidenti delle consulte
Costruita nel 1903 con mattoni che, si tramanda, sono arrivati direttamente dall’Inghilterra, l’ex Manifattura di Legnano, con i suoi 41mila metri quadri di estensione, è forse tra le più importanti – e certamente tra le più visibili – “cicatrici” che segnano il tessuto urbano della città. Dopo la vendita all’asta della scorsa estate, però, lì dove per oltre un secolo sono stati prodotti filati e tessuti, arrivando nei momenti migliori a fornire 10mila chili al mese di cotone “44 Olona” alla Lacoste, nei prossimi anni si giocherà una delle partite urbanistiche più importanti per la città del Carroccio. E per questo sabato 18 giugno le sue porte si sono aperte per consiglieri comunali e presidenti delle consulte, chiamati nei prossimi mesi insieme a sindaco e giunta al percorso di progettazione da portare avanti insieme alla nuova proprietà.
«Finalmente a Legnano si inizia a parlare di Manifattura, e oggi è stata l’occasione per avere qui minoranze e maggioranze, che saranno chiamate a confrontarsi su questo argomento – ha sottolineato l’assessore alla Città futura Lorena Fedeli -. È importante che ognuno di loro prenda coscienza degli spazi, delle sensazioni che questo posto porta e delle potenzialità che esprime. La bellezza del luogo è indiscussa: la Soprintendenza stessa ne ha vincolato alcune parti. Ma rendersi conto dell’estensione, della centralità e della possibilità che ha questo spazio di riconnettersi alla città è fondamentale. L’obiettivo dell’amministrazione, nella sua totalità, è proprio quello di rendersi conto di questi spazi per riuscire a comprendere meglio le successive fasi progettuali che investiranno questo spazio».
Nata nel centro cittadino e non lungo l’Olona come gli altri cotonifici, a differenza delle altre fabbriche legnanesi che avevano realizzato dormitori, convitti o quartieri operai vicino agli stabilimenti ma pur sempre in città la Manifattura era di fatto un nucleo a sé: aveva un convitto su due piani dove alloggiavano le operaie più giovani, quelle dai 12 ai 14 anni, le cui dita sottili erano estremamente ricercate per trattare i fili di cotone, serre per i dipendenti, una villa padronale per il direttore generale, un asilo per i figli dei dipendenti, una chiesa (le cui panche oggi si trovano nella chiesetta di Sant’Ambrogio, mentre la statua di Maria Ausiliarice, è attualmente nella chiesa di S. Giovanni a Legnano) e perfino un teatrino. La sua ciminiera è ad oggi l’ultima visibile in città.
La saracinesca della ex Manifattura è stata metaforicamente abbassata nel 2008, dopo un’attività produttiva più che centenaria, e da allora l’azienda è entrata in liquidazione. Negli anni l’area da 41mila metri quadri tra via Lega, via Banfi, via Palestro e via Alberto da Giussano è andata all’asta in tutto otto volte, e asta dopo asta il prezzo è sceso sempre di più. Per anni, però, a pesare contro la procedura più che il prezzo è stata l’inesistenza dei vincoli, che ha messo di fatto gli ipotetici acquirenti nell’impossibilità di sapere cosa avrebbero dovuto preservare e cosa no. L’ostacolo però è stato superato a fine novembre 2020, quando è andato in porto l’iter con il quale la Soprintendenza si è espressa sui tanto sospirati vincoli, individuando come meritevoli di tutela l’opificio, la ciminiera, gli uffici, il convitto e il villino in stile liberty del direttore. E infatti a luglio dello scorso anno era arrivata l’aggiudicazione ad Officine Mak, che ha aperto un nuovo capitolo.
«Per l’amministrazione l’area della Manifattura è fondamentale – ha ribadito a valle della visita il sindaco Lorenzo Radice -: si trova in centro ed è un’opportunità grandissima per Legnano per ricucire il centro con la parte verso la stazione, creare un nuovo centro nella nostra città e renderlo sempre più attrattivo. L’amministrazione riconferma gli obiettivi che ha espresso nelle linee di mandato e alla cittadinanza fin dal programma elettorale con cui siamo stati eletti. In questa area magnifica vorremmo riuscire a realizzare il progetto “ManiFutura”: vorremmo vedere convivere una parte culturale, legata a funzioni che possono partire da un’area di tipo bibliotecario moderna e innovativa ma che abbia tanti spazi anche culturali per i giovani, una parte più legata alla trasmissione ai giovani del saper fare che rende grande questo territorio e ha fatto grande anche questa Manifattura, e un’area di mercato coperto, che possa rendere ancora più attrattivo il centro cittadino. Queste sono le aspettative che abbiamo ed è quello che chiederemo all’operatore di provare a realizzare in quest’area».
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