La messa sul Carroccio apre il Palio di Legnano 2022: “La vera corsa è quella della vita”
Domenica 29 maggio la messa solenne sul Carroccio officiata da don Stefano Valsecchi ha aperto la giornata del Palio di Legnano, seguita dall'investitura religiosa dei capitani di contrada, dalla benedizione dei cavalli e dei fantini e dal volo delle colombe
Domenica 29 maggio ad aprire la giornata del Palio di Legnano è la messa solenne sul Carroccio officiata da don Stefano Valsecchi parroco di Legnanello, (monsignore Angelo Cairati non ha potuto officiare perchè a casa con qualche linea di febbre) seguita dall‘investitura religiosa dei capitani di contrada, dalla benedizione dei cavalli e dei fantini e dal volo delle colombe. Presente anche una delegazione di Ebolowa, città gemellata con Legnano.
Nell’omelia don Valter Valsecchi si è rivolto al mondo del Palio e ha invitato a costruire insieme e occuparsi del bene Comune: «Una parte spirituale legata al Vangelo e una più «Dobbiamo riabituarci ad osservare il tanto bene che c’è ancora nelle persone, nelle istituzioni, potenziandolo, esibendolo virtuosamente, senza lasciarci scoraggiare, dalle denigrazioni, dalle falsità dei pavidi leoni della tastiera fatte per interesse di parte.alla chiesa e alla società in cui essa vive – ha detto don Stefano – occorrono persone che abbiano a cuore, con realismo, i percorsi da intraprendere per il bene comune. Tutto questo richiede onestà intellettuale, rispetto per la diversità, franchezza di parola e affidabilità».
Il Palio è stato anche indicato come testimonianza e mezzo di evangelizzazione: «Il mondo del Palio è tutto in fermento. Il rito si ripete, non più stretto nelle ferree maglie della pandemia che, seppur flebilmente, non demorde. L’uomo ha bisogno di ritualità, cioè di tempi, spazi, segni, parole e gesti che lo rassicurino circa l’ordine delle cose. All’interno della celebrazione annuale, memoriale della vittoria della Lega lombarda sull’imperatore, sta incastonata la celebrazione eucaristica. Che occasione sarebbe per riscoprire antichi, ma sempre nuovi valori. Già, valori, che tradotto significa: “ciò che vale”, in questo caso per la vita e la morte. Il mio auspicio – ha concluso – è che i credenti sparsi qua e là nelle contrade, sappiano cogliere questi aspetti, non dimentichino di indicarli, delicatamente, con rispetto, a coloro che li vivono come retaggio, pur nobile, di un passato che ormai più non li riguarda. Ricordiamoci che la vera corsa è quella della vita; sia perché essa passa velocemente, sia perché è una gara che coinvolge la nostra libertà, le nostre scelte e alla fine consegna il premio a coloro che non hanno perso la propria umanità, così come Dio l’ha pensata creandoci, così come Cristo c’è l’ha mostrata con la sua esistenza bella, buona e felice».
Durante la trasmissione è stato ricordato l’aspetto culturale, con i suoi preziosi costumi, e solidale del Palio che dura tutto l’anno: «Alla cena propiziatoria di San Magno – ha ricordato Chicco Clerici – erano presenti una decina di profughi ucraini fuggiti dalla guerra ma anche dopo le grandi calamità naturali, come i terremoti, il Palio ha sempre fatto la sua parte».
La messa è stata trasmessa in diretta streaming a partire dalle 10.20 dalla parrocchia prepositurale di San Magno con cinque telecamere e tre cameraman (Mattia Ascione, Benedetta Marzona e Isabella Leoni) coordinati da una postazione regia a cura di Luca Mondellini e uno studio per la telecronaca con Federica Tacchi insieme ad alcuni ospiti.
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