«Casa di Comunità, quando aprirà a Legnano?», i dubbi della FNP CISL che propone un “Patto del benessere”
A proporlo è Luigi Maffezzoli segretario della FNP Cisl Milano Metropoli, ossia la federazione nazionale pensionati: «Crediamo sia importante capire con tutti i protagonisti quali siano le strategie da attuare»
«Un patto del benessere del cittadino per aprire un confronto e un dialogo sulle strategie sanitarie in programma sul territorio dell’Alto Milanese dove sono previste l’apertura della Casa e quella dell’Ospedale di Comunità». A proporlo oggi, lunedì 23 maggio, è Luigi Maffezzoli segretario della FNP Cisl Milano Metropoli.
A cinque mesi dalla presentazione della Casa della Comunità in via Candiani a Legnano il sindacalista, dalla sede di via Giussano a Legnano, ha deciso di puntare il faro sul tema che vede ancora tante incognite e domande senza risposta. «Al momento in via Candiani c’è solo il cartello, non sappiamo quando questa Casa della Comunità sarà attivata a tutti gli effetti – afferma Maffezzoli -. Ed è evidente che si tratta di un servizio necessario ed importante per tutta la comunità. Proprio per questo, stiamo vigilando su questo fronte».
Il sindacalista, con i colleghi della FNP legnanese Giuseppe Oliva e Ines Caputo, è in attesa di un incontro con la direzione di Asst Ovest Milanese (che si terrà nei prossimi mesi estivi) per capire quale sia il disegno che definirà i tempi di apertura e le modalità di erogazione del servizio. Considerato che si tratta di un tema complesso, dato che coinvolge sia la salute che il lavoro, i tre sindacalisti hanno deciso di rivolgersi anche alle amministrazioni di Legnano e zona per «costituire un tavolo di confronto utile a governare la realizzazione di questa nuova realtà – spiega con decisione Maffezzoli -. Sul territorio di Ats Milano sono attive solo due case di comunità, in centro a Milano. Le altre sono per ora solo sulla carta. In teoria, sul nostro territorio ne dovranno sorgere ben tre: una a Legnano, una a Busto Garolfo ed un’altra ancora a Parabiago. Si tratta di tre realtà annunciate ufficialmente in questi mesi. Per nessuna di loro si sa quale siano i tempi e le modalità di attivazione. Sappiamo che tutto ciò è qualcosa che arriva dall’alto, da riforme regionali e nazionali, ma siamo convinti che queste novità si possano e debbano essere governate anche a livello locale. Crediamo sia importante capire con tutti i protagonisti quali siano le strategie da attuare: i problemi sono tanti dalla carenza di personale specializzato, una difficolta che si presenta in scala nazionale, alle difficoltà del singolo utente. Ecco perchè proponiamo un “Patto del benessere”, ossia un tavolo dove siederanno amministrazioni, rappresentanti di Asst, sindacati e terzo settore. L’obiettivo è chiarire ogni dubbio e concretizzare al meglio questo rivoluzione sanitaria».
Per il sindacalista, pronto a confrontarsi con le altre sigle sindacali, è necessario anche «un maggior coinvolgimento del territorio» e sono necessari tempi più celeri perchè «le persone fragili e malate hanno necessità di risposte». Una volta costituito, il Patto del benessere potrà essere uno “spazio” per «attuare strategie utili a trovare soluzioni per intercettare i medici di medicina generale, oppure per pensare o migliorare i servizi dedicati ai cronici e ai fragili. Sul tavolo si potranno mettere idee per fare rete e creare welfare anche per i pensionati».
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