Olona alle prese con i PFAS, gli inquinanti “invisibili”. Brumana: «Adeguare subito i depuratori»
Il consigliere comunale, da sempre in prima linea per la difesa dell'Olona, lancia l'allarme a fronte dei dati di un monitoraggio di ARPA del 2018
L’adeguamento dei depuratori lungo il fiume Olona non può più aspettare. L’allarme arriva da Franco Brumana, politico legnanese di lungo corso che da due anni è tornato tra i banchi del consiglio comunale di Legnano e da sempre si spende per il fiume che attraversa la Città del Carroccio, tanto da aver dato vita anni fa al gruppo Facebook “Amici dell’Olona”.
Pietra dello scandalo che ha portato Brumana a tornare a battere il ferro dei depuratori sono stati i dati riportati nel monitoraggio delle sostanze perfluoroalchiliche in Lombardia effettuato da ARPA. I cosiddetti PFAS sono composti chimici di cui solo in anni recenti «è stata evidenziata la presenza nell’ambiente – come spiega la stessa Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente – e si è resa tecnicamente possibile la determinazione nelle diverse matrici». Molto usate per oltre mezzo secolo nell’industria per via delle loro proprietà, le sostanze perfluoroalchiliche nel 2018 sono state al centro di una campagna di monitoraggio attraverso la quale ARPA Lombardia ha monitorato 54 punti sui corsi d’acqua, uno dei quali a Legnano, e 57 punti relativi alle acque sotterranee, tra i quali anche uno a Busto Garolfo.
E anche se il quadro che il report mette nero su bianco sconta ormai un certo grado di invecchiamento, la fotografia che ne emerge non è delle più rassicuranti per Legnano, dove le analisi di ARPA hanno registrato più di un picco portando Brumana a commentare che «abbiamo il non invidiabile record lombardo di PFAS, sostanze nocive che provocano bio-accumulo nell’organismo umano». L’inquinamento, insomma, non è solo quello che si vede con la schiuma, che nell’ultimo mese è tornata ad essere regolarmente presente lungo il fiume al “salto” in piazza Carroccio o al ponte del Mulino Meraviglia a San Vittore Olona ma che in molti casi è dovuta alla presenza di tensioattivi immessi nei limiti consentiti dalla legge e più evidenti nei momenti di bassa portata. Da lì, quindi, l’intemerata del consigliere comunale.
«L’adeguamento dei depuratori deve essere considerato urgente ed indifferibile – sottolinea il fondatore degli “Amici dell’Olona” -. I fondi sono stati reperiti da tempo perché, anche grazie alle continue battaglie degli Amici dell’Olona, sono stati recuperati i soldi versati dai cittadini per la depurazione, che molti comuni avevano distratto illegalmente. La nuova dirigenza di ALFA ha dato avvio alle progettazioni ed ha completato la fusione con la società proprietaria dei depuratori. Manca però la sensibilità dell’urgenza della soluzione e la questione viene trattata come se fosse normale. Non lo è! Il prolungarsi dell’inquinamento del nostro fiume è ormai intollerabile e i cittadini non lo sopportano più. Chiediamo ad ALFA, alla quale riconosciamo peraltro molti meriti e il cambiamento radicale dell’atteggiamento aberrante della politica locale verso il nostro fiume, di prenderne atto e di accelerare al massimo le procedure per porre fine ad un vero e proprio disastro ambientale. Chiediamo anche ad ALFA di farsi carico della questione dei PFAS, elementi chimici nocivi che sono presenti nell’Olona in misura superiore a quella di tutti gli altri fiumi lombardi e che a quanto risulta non sono eliminabili con i normali sistemi di depurazione. Occorre innanzi tutto individuare la fonte di queste sostanze e pertanto sarà importante che Arpa, che sino ad ora purtroppo ha dimostrato molta inefficienza sulle questioni ambientali, dia avvio ad una seria campagna di indagine».
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