“Togliamo l’Iva sulle armi e non sui defibrillatori”, flash mob di Sessatamilavitedasalvare alla StraLegnanese
Prosegue la battaglia civile della Associazione guidata da Mirco Jurinovich per diffondere sempre più il DAE e per ridurne i costi: "Se l'iva sul loro acquisto fosse stata del 4%, si sarebbero potuto acquistare 6.000 defibrillatori in più"
Un giornata ricca di eventi, ieri Primo Maggio, a Legnano, dove alla manifestazione BicInfesta, era presente anche un gazebo della Associazione Sessantamilavitedasalvare, il cui scopo è la diffusione del defibrillatore semiautomatico, fondamentale nei soccorsi alle persone colpite da arresto cardiaco.
Durante la giornata, anche un flash mob per sensibilizzare i presenti sia sulla necessità di adeguate, anche se semplici, conoscenze nell’utilizzo del DAE, sia sull’opportunità di ridurre il costo dell’IVA: “Sparisce l’imposta sulle armi per i paesi europei coinvolti in guerra – commenta Mirco Jurinovich, trascinatore della associazione – , ma resta al 22% quella per il defibrillatore che può salvare vite umane. Nella sola Lombardia sono presenti circa 15. 000 defibrillatori. Se l’iva sul loro acquisto fosse stata del 4% come per tutti gli apparecchi elettromedicali, si sarebbero potuto acquistare 3.000 defibrillatori in più».
Jurinovich da dieci anni esatti conduce una robusta battaglia sociale, oltre che sanitaria, per una sempre più diffusione del dispositivo elettromedicale. Ancora sabato scorso, 30 aprile, ha collaborato alla nuova postazione di via Balbo 7 a Legnano dove ha ricordato «che la legge sulla diffusione del defibrillatore, approvata nell’agosto scorso dopo 13 anni di dibattimenti in Parlamento «purtroppo non si può ancora applicare in quanto mancano i decreti attuativi che il Ministero della Salute doveva emanare entro 60 giorni. Decreti che al momento non ci sono».
Nel decennale del Progetto Vita Altomilanese inaugurato il centesimo defibrillatore di Legnano
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