Legnano ricorda le vittime delle mafie: “Non facciamo morire le loro idee”
Anche Legnano ha celebrato la XXVII Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie scandendone i 1.055 nomi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi. I cento passi che a Cinisi separavano la casa del giornalista Peppino Impastato da quella del boss locale Tano Badalamenti. I cento passi che separano il centro di Legnano dal parco intitolato a Falcone e Borsellino, magistrati che sono diventati il simbolo della lotta contro la criminalità organizzata. I cento passi lungo i quali la Città del Carroccio lunedì 21 marzo ha celebrato la XXVII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, dedicata quest’anno allo slogan “Terra mia. Coltura | Cultura”.
«Abbiamo accolto con gioia l’invito ad esserci in questa giornata della memoria, in questo parco che è intitolato a due delle vittime di mafia di cui leggeremo i nomi, due delle vittime più note che tutti conosciamo – ha sottolineato il sindaco di Legnano Lorenzo Radice -. Questi sono gli eroi dell’antimafia, ma poi ci sono oltre mille persone di cui sentiremo i nomi e che non conosciamo, perché le mafie colpiscono spesso i più deboli, i più fragili, le persone ignote. Di fronte alle mafie dobbiamo reagire: non sono un qualcosa che sta da un’altra parte, sono anche qua, in mezzo a noi, e allora sta a noi con le nostre scelte quotidiane decidere di dire a questi interessi criminali che noi non li vogliamo, che le nostre comunità vogliono essere sempre più libere dalla mafie, da questa schifezza immonda che sporca le nostre vite».
A far risuonare tra il verde del parco Falcone e Borsellino i 1055 nomi delle vittime innocenti delle mafie sono stati i rappresentanti delle istituzioni, i referenti delle associazioni e del mondo del lavoro e soprattutto gli studenti e le studentesse delle scuole secondarie di secondo grado della città. «Leggere i nomi delle vittime, scandirli con cura, è un modo per far rivivere quegli uomini e quelle donne, quei bambini e quelle bambine, per non far morire le idee che hanno testimoniato, l’esempio di chi ha combattuto le mafie a viso aperto e non ha ceduto alle minacce e ai ricatti che gli imponevano di derogare dal proprio dovere professionale e civile – ha spiegato il referente del presidio di Libera del Legnanese Gian Piero Colombo -. Ma ricorderemo anche le vite di chi suo malgrado si è ritrovato nella traiettoria di una pallottola o vittima di potenti esplosivi diretti ad altri. Non sembri strano ricordare le vittime innocenti di mafia anche qui al nord, dove il fenomeno mafioso è spesso percepito come lontano nel tempo e nello spazio: questo è il giorno per ricordare e denunciare pubblicamente che le mafie esistono anche sul nostro territorio e che anche sul nostro territorio fanno affari, limitano la libertà, portano dolore e uccidono».
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