Nei boschi di Legnano il cadavere di un cane con l’agocannulla nella zampa, esposto dalla PAL
Il cadavere del cane è stato trovato da un volontario della PAL nei boschi vicini al canile mentre portava a passeggio un ospite della struttura
Macabra scoperta nei boschi tra Legnano e Rescaldina per un volontario della PAL, la Protezione Animali Legnano, che lo scorso giovedì 3 marzo, mentre portava a passeggio un ospite del canile di via Don Milani nell’area verde limitrofa alla struttura, nelle vicinanze della ferrovia si è imbattuto nel corpo senza vita di un cane bianco con un orecchio marrone di taglia medio-piccola, probabilmente un meticcio, con ancora l’agocannula nella zampetta.
Se l’animale sia arrivato lì vivo o morto e come ci sia arrivato naturalmente non si sa, ma la scoperta ha lasciato sgomenti i volontari della PAL, che dopo aver provveduto al recupero del corpo del cagnolino si sono confrontati con le Forze dell’Ordine per definire i prossimi passi e ora sono intenzionati a presentare un esposto. Nel frattempo la Protezione Animali ha anche affidato ai social un appello nella speranza di riuscire a raccogliere qualche informazione in più su quel che è successo e magari di risalire all’identità dell’amico a quattrozampre: il cane, infatti, non aveva il microchip necessario per l’iscrizione all’anagrafe degli animali d’affezione ma solamente un collare beige senza medaglietta di riconoscimento.
Soprattutto, la Protezione Animali di Legnano vuole andare quanto più a fondo possibile alla questione per lanciare un messaggio. «Ci ha fatto molto male pensare che qualcuno abbia abbandonato così il corpicino ormai esanime del compagno di una vita come se fosse una coperta vecchia da buttare – spiegano dalla PAL -. Ci siamo fatti tanti pensieri su come sia arrivato lì, se fosse già morto o se fosse stato lasciato lì a morire… Purtroppo questo non lo sapremo mai ma vogliamo denunciare l’accaduto e se qualcuno ha visto, se qualche veterinario di recente ha assistito un cagnolino simile per favore contattateci. Non possiamo tornare indietro ma almeno dare una giustizia a questo fatto increscioso. È doveroso per noi come associazione, per tutti i volontari che ogni giorno combattono i soprusi verso i nostri amici fedeli, ma soprattutto per questo piccolo cagnolino».
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