Dall’Alto Milanese “Cuori uniti” con l’Ucraina: “Aiutiamo l’ospedale di Kiev”
Il gruppo attivo sul territorio tra Milano e Varese sta inviando e raccogliendo risorse per aiutare medici e infermieri impegnati ad accogliere e curare i feriti di guerra nell'ospedale militare di Kiev
Bohdana Yashchuk è originaria di Černivci, un villaggio dell’Ucraina, al confine la Moldavia e la Romania. Ventidue anni fa ha lasciato il suo Paese per trovare lavoro in Italia e per per 17 anni ha vissuto a Legnano, prima di trasferirsi nella vicina Gallarate. Dopo le proteste di piazza Maidan insieme ad un gruppo di connazionali residenti sul territorio tra Milano e Varese ha dato vita al gruppo “Cuori Uniti” con lo scopo di promuovere culture e tradizioni e aiutare il popolo ucraino che – spiega Bohdana – «è entrato nel nono anno di una guerra non dichiarata che oggi (24 febbraio) è stata dichiarata, arrivando nel cuore del Paese».
«Ci siamo conosciuti dopo le prime rivolte a Maidan: siamo un gruppo di 12 persone che hanno deciso di impegnarsi per aiutare a distanza chi aveva bisogno. Prima del lockdown per raccogliere fondi organizzavamo feste e concerti (nella foto in pagina un momento dell‘evento che si è svolo al centro Pertini di Legnano nel 2020) – racconta – ultimamente stavamo aiutando i bambini disabili di un orfanotrofio: abbiamo acquistato per loro una lavatrice industriale. Poi la situazione in Ucraina è peggiorata. Abbiamo seguito con preoccupazione il dispiegamento di forze russe: i segnali di un’invasione c’erano tutti ma nei nostri cuori speravamo che questo non potesse mai accedere. Invece questa mattina ci siamo svegliati nella disperazione. E’ da tutto il giorno che piangiamo».
Bohdana è stata svegliata alle 5 con le notizie terribili dei primi attacchi: «Il telefono è stato rovente tutto il giorno. Il mio villaggio, dove vivono i miei parenti, è lontano dalla zona degli scontri ma sono tutti spaventati, le scuole sono chiuse come in tutta l’Ucraina ed è stato proclamato lo stato di emergenza. E’ un piccolo paese con 2mila abitanti e una ventina di giovani si sono già uniti all’esercito ucraino. Nessuno vuole la guerra: l’Ucraina non ha mai voluto la guerra – ribadisce – e la nostra speranza è che ci possa essere al più presto una ritirata per non arrivare al peggio. A kiev hanno messo il coprifuoco, gli aeroporti sono chiusi ma via terra stanno tutti cercando di spostarsi. La situazione è tragica».
Il gruppo “Cuori Uniti” ha già inviato parte dei fondi raccolti all’ospedale militare di Kiev e continuerà a raccogliere risorse «per aiutare medici e infermieri impegnati ad accogliere e curare i feriti di questa guerra che – conclude Bohdana – speriamo possa finire il più presto possibile».
È possibile contattare l’associazione tramite la pagina facebook Cuori Uniti
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