Primi passi per la nuova Casa di Comunità a Legnano, Olgiati (M5S): «Grande occasione»
Riccardo Olgiati, deputato legnanese in quota Movimento 5 Stelle, torna a parlare del progetto per la realizzazione, anche a Legnano, di Casa e Ospedale di Comunità
Una «grande occasione per implementare un modello che possa aggiungere alla qualità degli uomini che lo formano anche la capacità di gestione del paziente attenta e tempestiva». Riccardo Olgiati, deputato legnanese in quota Movimento 5 Stelle, torna a parlare del progetto per la realizzazione delle Case e degli Ospedali di Comunità, tasselli fondamentali su cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza intende rifondare la sanità territoriale andando oltre ai nodi critici che la pandemia ha messo in evidenza in tutta la loro portata.
Proprio a Legnano, infatti, negli spazi che fino a qualche anno fa hanno ospitato l’ospedale cittadino sorgerà una delle nuove strutture, che nel nostro territorio troveranno “casa” anche al centro socio-sanitario di via XXIV Maggio a Busto Garolfo e nell’edificio ponte dell’area ex Rede a Parabiago. E per la nuova Casa di Comunità di via Candiani i primi passi sono già arrivati, con il posizionamento della cartellonistica a cavallo tra fine dicembre e inizio gennaio: le palazzine interessate saranno quelle che ospitavano il Dipartimento Materno-Infantile, i reparti di Malattie Infettive, Oncologia e Neurologia, e l’area già ristrutturata della vecchia portineria, ma in previsione c’è anche la riqualificazione della palazzina dove era collocata l’amministrazione.
Primi passi per la nascita di Casa e Ospedale di Comunità a Legnano
L’iter almeno sulla carta dovrebbero avere tempistiche rapide, dal momento che si tratta di strutture tuttora in uso ad eccezione della palazzina della Neurologia, per la quale sono però già andati in porto sia i lavoro che i collaudi. La nuova opportunità, insomma, sembra ormai dietro l’angolo per la Città del Carroccio e la svolta ha innescato nel politico legnanese una serie di riflessioni che spaziano dalla gestione della pandemia in Lombardia alle opportunità del PNRR, passando per la riforma sanitaria del Pirellone.
La notizia che al vecchio Ospedale di Legnano i progetti di Casa ed Ospedale di Comunità stanno avanzando è una grande soddisfazione per chi ha lavorato e spinto per questo progetto ma soprattutto deve rendere felici i cittadini legnanesi e di tutto il territorio circostante.
Ospedali e Case di comunità sono tra i punti qualificanti per il capitolo sanitario di quello che ormai tutti hanno imparato a conoscere come PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza finanziato con i 209 miliardi di debito comune europeo che il presidente Conte ha portato in Italia da Bruxelles dopo una estenuante trattativa con gli Stati membri.
Il Piano Ospedali/Case di Comunità, che nella prima versione fortemente voluta dall’allora Governo Conte II prevedeva un investimento da parte dello Stato di 4 miliardi per la realizzazione di 2564 nuove strutture, è poi (purtroppo) stato dimezzato nella sua stesura definitiva approvata dall’attuale Governo con uno stanziamento finale di 2 miliardi per 1288 Case/Ospedali di Comunità su tutto il territorio nazionale (1 ogni 50 mila abitanti circa)
La Casa della Comunità è identificata come la struttura sociosanitaria deputata a costituire un punto di riferimento continuativo per la popolazione, garantendo politiche di prevenzione e di promozione della salute e la presa in carico della comunità di riferimento; il coordinamento di tutti i servizi offerti ai malati cronici.
Con questo finanziamento la sanità territoriale, che soprattutto in Lombardia negli ultimi 20 anni è stata smantellata privilegiando un modello ospedale-centrico ed elevando il privato ad interlocutore principale, potrà finalmente passare ad una gestione nuova, dove la presa in carico del paziente cronico non sia demandata alla disponibilità ospedaliera con liste di attesa spesso lunghissime o in alternativa al privato (chi se lo può permettere…) ma offra invece agli utenti una rete di offerta dei servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali, e al tempo stesso renda questi luoghi parte integrante della vita della comunità locale.
Grazie alla realizzazione di queste nuove strutture finalmente la sanità pubblica tornerà ad essere protagonista nella tutela di quello che in questi 2 anni abbiamo imparato ad apprezzare come il bene più prezioso che abbiamo, la salute. Purtroppo la pandemia ha messo in luce tutte le pecche del sistema lombardo che resta tra i migliori d’Italia grazie alla straordinaria professionalità e qualità di medici e infermieri che ci lavorano ma che di fronte ad un problema gestionale, quindi alla diretta conseguenza delle scelte politiche, non ha retto l’impatto ed è stato travolto.
Le conseguenze le hanno pagate i cittadini lombardi. Pronti soccorso presi d’assalto senza alcun filtro territoriale e carenza di posti letto che ha aggiunto ritardi alle già lunghissime liste di attesa per tutte le prestazioni slegate dall’emergenza ancora in corso sono 2 dei problemi più gravi che si sono palesati. Intendiamoci, per fortuna una pandemia come quella che stiamo vivendo non è la normalità e di fronte ad uno tsunami come quello che abbiamo vissuto probabilmente era impossibile essere impeccabili, ma la certezza è che con un modello territoriale diverso si sarebbe sicuramente potuto fare meglio che tradotto significa salvare una buona fetta delle oltre 35mila persone della nostra Regione che oggi non ci sono più. Ma purtroppo la giunta Moratti non sembra averlo capito e la recente riforma sanitaria è stata l’ennesima occasione persa per riformare radicalmente il sistema e correggere le falle enormi che ha dimostrato.
Oggi quindi grazie al PNRR ed al progetto di Case/Ospedali di Comunità, che garantisce un percorso di cura alternativo al ricovero ospedaliero, la Lombardia ha la grande occasione per implementare un modello che possa aggiungere alla qualità degli uomini che lo formano anche la capacità di gestione del paziente attenta e tempestiva.
I cittadini legnanesi e di tutto il territorio potranno apprezzare sulla propria pelle che quando sentono parlare in TV o sui giornali di PNRR non si parla di qualcosa di astratto o peggio ancora di fondi destinati ad ingrassare le tasche di qualcuno ma di un vero e proprio potenziale Piano Marshall teso a migliorare la loro qualità della vita e che nello specifico tutelerà direttamente il bene più importante che uno Stato come l’Italia deve garantire ai propri cittadini, quello della salute.
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