La ex Manifattura venduta dopo sette aste deserte. Le palazzine Trifone che hanno trovato un nuovo proprietario – ancora ignoto – dopo quattro aste andate a vuoto. I quasi 25mila metri quadri della ex Franco Tosi tra via San Bernardino e via da Giussano aggiudicati alla società brianzola che ha rilevato la storica azienda. La firma in calce all’accordo di programma per l’area lungo il fiume Olona dove una volta c’erano la ex Bernocchi e la ex Mottana. Anno “caldo”, quello che stiamo per salutare, per alcune delle “cicatrici” che storicamente punteggiano il tessuto urbano di Legnano. Il crocevia vero e proprio, però, arriva adesso, con la revisione del piano di governo del territorio cui sarà chiamata a lavorare nei prossimi mesi la giunta arancione del sindaco Lorenzo Radice.

«Abbiamo da subito lavorato rispetto a porzioni di territorio che per la loro ubicazione sono strategiche rispetto alla risoluzione di alcuni nodi urbanistici della città e quest’anno abbiamo fatto diversi passi avanti – ha sottolineato l’assessore all’urbanistica Lorena Fedeli tracciando il bilancio di fine anno -: quelli più significativi riguardano la ex Manifattura, la Franco Tosi, la ex Bernocchi. Il passaggio da una proprietà di tipo commissariale ad un operatore è fondamentale, perché mette l’amministrazione nelle condizioni di avere un interlocutore per trasformare un pezzo di città. C’è già stato anche un primo passaggio dedicato alla rigenerazione urbana in consiglio comunale, e ora affrontando la revisione del PGT ci saranno diverse logiche da rimettere in campo».

L’iter per dotare Legnano di un nuovo strumento urbanistico è in realtà già partito ad agosto e il primo step si è chiuso a metà ottobre, termine fissato per la presentazione di suggerimenti e proposte rispetto alla visione di città da portare avanti. E ora si entra nel vivo della partita. «Il nostro PGT, il cui impianto che risale al 2011 con una prima revisione nel 2007 e un ultimo passaggio rispetto al piano delle regole nel 2020 durante la gestione commissariale, ha una struttura datata da tanti punti di vista – ha aggiunto Fedeli -. Si sono innescate nel frattempo nuove normative, ma anche le logiche di mercato da un lato e la modalità di vivere la città da parte dei cittadini dall’altro sono cambiate e per questo riteniamo che il documento debba essere completamente rivisto. Il piano regolatore questa volta verrà rivisto direttamente dal comune e non da un professionista esterno e stiamo già chiudendo a questo scopo un accordo con una struttura che ci appoggerà: chiuso questo aspetto, con il nuovo anno ripartiremo dai suggerimenti arrivati dagli stakeholders».

Non è detto però che le carte sul tavolo della giunta nel frattempo non possano scombinarsi. Il percorso per il nuovo PGT, infatti, non è destinato a concludersi dall’oggi al domani e i tempi della macchina amministrativa potrebbero mal conciliarsi con quelli dei nuovi proprietari, che potrebbero decidere di muoversi – e probabilmente lo faranno – nel quadro di regole che già c’è senza aspettare eventuali rivoluzioni copernicane. «Nessun operatore acquista e interviene su un territorio senza prima confrontarsi con l’amministrazione per chiarire i contorni normativi previsti dalle schede di piano e i desiderata del comune – ha concluso, senza sbilanciarsi, l’assessore alla partita -: prima di ogni asta abbiamo avuto una serie di incontri con chi si è detto interessato. Oltre agli ambiti di trasformazione ci sono una serie di piani attuativi che stanno facendo lavorare gli uffici. L’amministrazione da questo punto di vista recepisce progetti di terzi: non possiamo stimolare il privato, ma siamo pronti ad attivarci qualora ci vengano sottoposte delle proposte».