“Prima la casa” a Legnano: appartamenti a cinque senzatetto coinvolti nel progetto
Il progetto che mira all'autonomia delle persone assistite è stato avviato dal Piano di Zona del Legnanese. Sono una trentina le persone che vivono per strada sul territorio del Legnanese, ma sono ancora tante le situazioni sommerse
Sono cinque i senzatetto che hanno trovato un alloggio grazie a “Prima la casa”, il progetto avviato due anni fa attraverso il Piano di Zona del Legnanese. Iniziativa per la quale è stato destinato il fondo nazionale del piano lotta contro la povertà. Un’attività che non si è mai fermata, nemmeno durante il periodo più difficile della pandemia.
Proprio nella primavera del 2020, infatti, è stato registrato il primo ingresso in appartamento, al quale, come ha spiegato il coordinatore del progetto, Davide Colombo di Azienda So.Le, ne sono seguiti altri quattro. Nel contempo gli operatori stanno seguendo anche una trentina di persone che vivono per strada. Parliamo di cittadini in difficoltà, per lo più italiani, che per le più disparate ragioni, si sono trovate senza un lavoro, una casa e poi senza documenti diventando veri e proprio invisibili. Legnanesi così disillusi al punto da non riuscire a riporre la propria fiducia in un sistema che offre aiuto.
“Prima la casa” segue un principio fondamentale: la casa come diritto umano e primario, un punto di partenza e non di arrivo per il percorso che seguiranno. Per il progetto sono stati stanziati 60mila euro e a breve, allo scadere del triennio, il finanziamento sarà riconfermato. Ma la somma è tutto sommato esigua se si pensa che è destinata all’affitto di appartamenti: case intestate direttamente alle persone introdotte nel percorso caratterizzato anche da diverse attività pensate su misura per permettere una rientro nella società. In questo contesto, quindi, ogni singolo individuo dovrà affrontare eventuali dipendenze o corsi di formazione per trovare un posto di lavoro.
«Siamo convinti che, che nell’ambito di un percorso di inclusione sociale, fornire un’abitazione a persone senza fissa dimora sia il punto di partenza, e non un obiettivo finale – spiega Colombo -. Possiamo dire che attualmente sul territorio di Legnano e dintorni siamo riusciti a intercettare una trentina di senzatetto: alcuni di loro siamo riusciti ad aiutarli nel riavere un documento d’identità oppure per ottenere piccoli aiuti sociali. In base al budget a nostra disposizione abbiamo attivato cinque diversi percorsi che possiamo definire esperienze positive o a conferma della validità del lavoro svolto. In futuro, visto che il finanziamento sarà rinnovato, potremo permettere ad altri di intraprendere questo cammino».
Purtroppo però le situazioni sommerse sul territorio, quelle che sfuggono ai servizi sociali e alle realtà attive in questo campo, sono ancora tante, e chi lavora in quest0 ambito lo sa bene. «Svolgiamo attività anche in strada: un lavoro di contatto importante – conclude Colombo -. Ma sappiamo che chi riusciamo ad avvicinare rappresenta solo una parte di un quadro ben più complesso. Abbiamo solo cominciato un lungo lavoro per restituire visibilità e dignità a storie segnate da una grave esclusione sociale».
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