Anziana muore dopo la rapina a Magnago: 37enne arrestato per omicidio
Arrestato per omicidio il 37enne che aveva rapinato in casa Maria Scampini, l'anziana poi deceduta a seguito di alcune complicazioni causate dalla violenta aggressione. Il 37enne, di origine siciliana, è residente a Lonate Pozzolo
Arrestato per omicidio il 37enne che aveva rapinato in casa Maria Scampini, l’anziana poi deceduta a seguito di alcune complicazioni causate dalla violenta aggressione. Il 37enne, di origine siciliana e residente a Lonate Pozzolo, è stato fermato nel pomeriggio del 7 dicembre, a Magnago al termine di attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio. In questo contesto i militari della Stazione Carabinieri di Castano Primo e della Sezione Operativa della Compagnia di Legnano hanno arrestato, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, per rapina e omicidio preterintenzionale, emessa dal Tribunale di Busto Arsizio.
LE INDAGINI
La donna era stata rapinata lo scorso 31 ottobre ed è deceduta il 27 novembre, a seguito delle lesioni subite. Nella mattinata del 31 ottobre i militari hanno raccolto le prime testimonianze fornite dal figlio, giunto sul posto a seguito di richiesta telefonica della madre. Secondo il racconto la vittima non conosceva il suo aggressore. Il 37enne dopo aver chiesto del denaro, richiesta alla quale la donna non aveva acconsentito, aveva aggredito la vittima strappandole gli orecchini che indossava per poi darsi alla fuga. Le dichiarazioni rese dalla parte offesa ai militari operanti hanno poi confermato la dinamica dei fatti mentre le dichiarazioni dei vicini di casa hanno permesso di accertare che il giorno della rapina un giovane si stava aggirando nella cittadina dicendo di essere alla ricerca di un lavoro e veniva descritto come un “balordo” alla guida di una Fiat panda grigia. Successivi accertamenti esperiti tramite la visione delle telecamere di videosorveglianza cittadina hanno consentito di risalire alla Fiat Panda, accertando che era intestata alla compagna del soggetto.
Parallelamente sono state disposte dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio attività tecniche di intercettazione e localizzazione del cellulare in uso all’indagato che hanno consentito di tracciarlo sul luogo della rapina ed al momento del fatto. L’uomo inoltre, in sede di interrogatorio, ha poi ammesso la propria responsabilità giustificando la necessità di denaro a causa dello stato di dipendenza da sostanze stupefacenti. Sulla scorta degli elementi raccolti la Procura della Repubblica di Busto Arsizio, che fin dall’inizio ha sostenuto e coordinato le indagini, ha richiesto con tempestività l’emissione della custodia cautelare in carcere, poi concessa dal Tribunale di Busto Arsizio ed eseguita dai militari dalla Stazione Carabinieri di Castano Primo e della Sezione Operativa della Compagnia di Legnano.
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