Il progetto Ri-Connect dell’Istituto Dell’Acqua di Legnano presentato al Rotary “Castellanza”
Le professoresse Laura Landonio, Antonella Ruggiero Scarpa e Simona Michelon, insieme alla socia Alessandra Massironi, hanno presentato al Club il progetto indirizzato alla prevenzione del bullismo e del cyberbullismo nell’Alto Milanese
La riunione al Rotary “Castellanza” che si è svolta giovedì 18 novembre ha visto la presenza di tre ospiti: la dirigente dell’Istituto Dell’Acqua professoressa Laura Landonio e le professoresse Antonella Ruggiero Scarpa e Simona Michelon che insieme alla socia Alessandra Massironi hanno presentato al Club il progetto neo nato Ri-Connect.
Ri-Connect è la nuova rete di scopo di prevenzione del bullismo e del cyberbullismo del territorio dell’Alto Milanese nata con l’obiettivo di agire in modo sistemico rispetto ad un fenomeno rilevante per la crescita e il benessere dei nostri giovani ancor più a seguito della diffusione della pandemia e dell’emergenza sanitaria e sociale che ne è scaturita.
L’Istituto Carlo Dell’Acqua ha lanciato questa sfida agli attori del territorio in risposta ad un bando del Ministero dell’Istruzione promosso a gennaio da Regione Lombardia e USR – Ufficio Scolastico Regionale, proponendosi come capofila di un progetto che raccoglie le competenze di più di cinquanta stakeholders tra amministrazioni locali, istituti scolastici e formativi, enti del terzo settore e associazioni (molti già parte di Relè – Rete Legnanese dell’Educazione), riferimenti per tutta la città metropolitana di Milano.
Fondamentale per aggiudicarsi il bando, ci dice Antonella Scarpa, è stato il sostegno del Comune di Legnano e delle numerose associazioni di categoria attive da tempo sul territorio, tra cui il nostro Club che è stato coinvolto sin dalle fasi iniziali di progettazione.
Ri–Connect si colloca insieme ad altri progetti avviati e consolidati ma si aggiunge a quelli di promozione di salute e benessere sociale cui l’Istituto dell’Acqua, riferisce la dirigente Landonio, è capofila.
Ri–Connect ha iniziato a concretizzarsi già dallo scorso ottobre, Alessandra Massironi ricorda l’intervento, in fase di avvio, del prof. Alberto Pellai, psicoterapeuta, in conferenza on line. Interventi dunque formativi/informativi e azioni volte a prevenire il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo sempre più diffuso tra gli adolescenti.
La professoressa Michelon porta a riflettere su questo termine e sul suo uso da parte di noi adulti, identificatori del fenomeno. In realtà comprendiamo che lo stesso può non essere solo circoscritto alla fase adolescenziale, ma anche adulta. O meglio, in età matura, se non risolte tempestivamente, possono emergere retaggi di esperienze vissute sia da vittima che da bullo. Entrambe le figure in questione non sono da etichettare ma da far emergere in quanto bisognose di esternare il proprio vissuto e il supporto arriva aiutandoli a comprendere che un altro comportamento è possibile e questo avviene con stimoli nuovi, confronto vivo e supervisione attenta.
Il progetto specifico, finanziato nel giugno scorso, si sta sviluppando e inizia a dare i primi riscontri positivi ma opererà effettivamente nel corso del 2022. Il carattere innovativo in esso connaturato mira a mettere a sistema un modello educativo- formativo condiviso e inclusivo.
Il suo potenziale emerge grazie alla rete che sta alla base di tale progetto che ha come fondamentale obiettivo la responsabilità collettiva. Le procedure, attualmente realizzabili grazie ai fondi ricevuti, si concretizzano in un lavoro di e in classe, ambiente nel quale avviene il tutto e occorre lavorare già in via preventiva, per un totale di 3 ore e un’ora dedicata all’ascolto individuale con un professionista cui seguirà un costante monitoraggio della situazione con un focus sulle parti interessate.
L’invito rivolto dalle relatrici è ad ampliare questa rete e non escludere il coinvolgimento di nuovi enti e associazioni potenzialmente interessate ad approfondire un tema quanto mai attuale.
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