Squid Game, pericolo emulazione tra i bambini: «Serve una “Pedagogia delle regole”»
Dafne Guida, presidente della cooperativa Stripes che opera nel Legnanese e nel Rhodense, analizza quello che è «un tema molto attuale e inquietante»
Squid Game, la serie Tv del momento, pur essendo vietata ai minori di 14 anni può rappresentare un pericolo per adolescenti e preadolescenti. Dafne Guida, presidente della cooperativa Stripes che opera nel Legnanese e nel Rhodense, molto attenta ai nuovi linguaggi e al digitale, in un’intervista rilasciata al mensile Vita, a cura della giornalista Sara De Carli, analizza quello che è «un tema molto attuale e inquietante che unitamente ad una globale crisi sul piano relazionale vissuta da bambini e ragazzi nell’epoca post-covid interroga oggi in modo significativo genitori ed educatori».
Secondo Dafne Guida, che ricorda un fatto di cronaca accaduto tre anni fa sul territorio, quando un gruppo di adolescenti si “sfidarono” al “gioco” di stare a bordo delle rotaie del treno, per attraversarle all’ultimo momento, prima dell’arrivo del treno, è quanto mai necessaria «una nuova “pedagogia delle regole” che ci guidi nei compiti genitoriali e che promuova “Patti di comunità” coinvolgendo anche le scuole nella lettura di fenomeni così preoccupanti».
Il fenomeno preoccupante in questo caso è la regola del gioco che per ottenere il denaro comprende anche la morte: «Il gioco mortale da cui ti salvi perché “sei figo” è una cosa che attira gli adolescenti – spiega a Vita Dafne Guida – L’idea che le regole del gioco – in particolare regole del gioco così semplici, come quelle dei giochi di cui si parla qui – abbiano a che fare con un esito mortale è un’idea pericolosa, perché il gioco mortale sta all’origine di alcuni atteggiamenti trasgressivi, come abbiamo già visto in passato. Non voglio fare la moralista, ma un minimo di controllo in più servirebbe da parte dei genitori».
Il tema è stato trattato nell’ultima équipe di Stripes perchè la serie coreana «davvero la stanno guardano anche bambini della scuola primaria, se la raccontano fra loro, all’intervallo giocano a “Un, due, tre stella” e si eliminano con le dita a pistola».
L’intervista si conclude con una domanda: «Si può vedere o no? «Per i bambini no – risponde secca Guida – Con i più grandi può essere interessante come spunto critico, per fare certi ragionamenti: non escludo che ci possa essere una visione accompagnata per far lavorare i ragazzi attorno a temi così importanti, ma certamente per Squid Game non può esserci la visione autonoma, da soli, senza accompagnamento di un adulto».
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