Il Giro dei Campioni si è concluso a Legnano dopo 1.500 chilometri di pedalate e di solidarietà
Ad attendere i quattro ciclisti, a Palazzo Malinverni, l'assessore Guido Bragato che si è complimentato per l'impresa che ha portato lustro al nome di Legnano e del marchio "Legnano"
Stanchi, ma soddisfatti, Enzo Tesoro, Roberto Damiani, Giorgio Bittanti, Massimo Monti, dopo 1.500 chilometri del Giro dei Campioni, hanno fatto ritorno a Legnano. I quattro appassionati di ciclismo sono rientrati in città carichi di una esperienza unica e dedicata alla ricerca sul Parkinson e “a chi queste avventure sportive non può farle”, con un chiaro riferimento ai ragazzi assistiti dalla UILDM locale.
In otto giorni, i quattro cicloturisti hanno raggiunto Castellania paese natio di Coppi, quindi hanno fatto tappa a Ponte a Ema dove è nato Bartali, sono passati a Gaiole in Chianti e ad Assisi. Una tappa anche a Cesenatico per ricordare Pantani, a Trento per Moser, e a Bergamo per Gimondi.
«Abbiamo percorso strade che hanno fatto la storia del nostro ciclismo – così oggi Enzo Tesoro – . Le “Strade bianche”, un pezzo della “strada dei giusti” e anche quella della “Pace”. Abbiamo incontrato e ricordato personaggi che hanno contribuito a fare grande il ciclismo, ma che hanno rappresentato anche esempio in campo civile e sociale».
Ad attendere i quattro ciclisti, a Palazzo Malinverni, l’assessore Guido Bragato che si è complimentato per l’impresa che ha portato lustro al nome di Legnano e del marchio “Legnano”.
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