Afghanistan, la Scuola di Babele di Legnano: «Pronti ad aiutare nell’accoglienza»
La scuola di italiano si mette a disposizione nell'accoglienza con corsi di lingua che da più di trent'anni offre a chi arriva sul territorio: «L'apporto delle forze sociali è determinante in questa enorme crisi umanitaria»
«L’apporto delle forze sociali è determinante in questa enorme crisi umanitaria». La scuola di Babele, da 32 anni impegnata nell’insegnamento della lingua italiana agli stranieri che arrivano a Legnano, si mette a disposizione per aiutare le famiglie di profughi che il sindaco Lorenzo Radice si è detto disponibile ad accogliere
Afghanistan, il sindaco di Legnano: «Disponibili ad accogliere famiglie di profughi»
«Apprezziamo l’apertura del nostro sindaco e nel sostenerlo ribadiamo la necessità di aprire corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan – sottolinea la presidente dell’associazione, Pina Poretti -. La nostra missione è quella si favorire l’integrazione e siamo convinti che in questo momento, davanti a una crisi umanitaria inaccettabile, si debba fare l’impossibile per aiutare il numero più alto possibile di profughi afgani. Ribadiamo pertanto la nostra piena disponibilità mettendoci a disposizione nell’accoglienza con corsi di lingua che da più di trent’anni offriamo a chi arriva sul nostro territorio».
La scuola di Babele opera all’interno dell’oratorio di San Domenico a Legnano: nel periodo pre-covid era arrivata a offrire corsi fino a 500 studenti stranieri nel corso di un anno: «Con il primo lockdown – spiega la presidente – siamo stati costretti a ridimensionare le attività e gli studenti sono scesi a 170/180. Nei periodi di chiusura abbiamo attivato la didattica a distanza e abbiamo cercato di fare il possibile per coinvolgere un alto numero di corsisti».
Le lezioni riprenderanno a metà settembre e ci sarà l’obbligo per insegnanti volontari – una cinquantina quelli attivi – e per gli studenti di presentare il green pass: «Siamo un’associazione culturale e per partecipare alle attività al chiuso è necessario essere in possesso del certificato vaccianale – spiega Pina Poretti -. Per gli stranieri, soprattutto per chi è in attesa di regolare permesso di soggiorno, non è però semplice vaccinarsi e avere il green pass. La burocrazia è sempre farraginosa e per questo l’idea è quella di aprire un momento di disponibilità nostra per aiutare gli studenti anche su questo fronte»
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