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Legnano Futura: «La politica sembra aver abbandonato l’aula del consiglio comunale»

Da Legnano Futura un bilancio impietoso di quello che in questi mesi si è visto in consiglio comunale, ma anche del percorso con cui al nuovo parlamentino si è arrivati

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«La politica sembra aver decisamente abbandonato l’aula di Palazzo Malinverni». A meno di due mesi dal primo anniversario del ritorno di sindaco e consiglio comunale a Legnano dopo oltre un anno di commissariamento, Legnano Futura, che alle elezioni dello scorso anno aveva appoggiato il Movimento dei Cittadini, traccia un bilancio impietoso non solo di quello che in questi mesi si è visto nell’aula del parlamentino, ma anche del percorso con cui al nuovo parlamentino si è arrivati.

«Legnano ha vissuto l’esperienza del Comitato Legalità, che ha raggiunto il suo scopo grazie a persone pazienti e tenaci, che in quell’esperienza hanno rischiato grosso personalmente – è la riflessione della civica, che muove dalla constatazione che non solo nella Città del Carroccio «i partiti non sono più tramite fra istituzioni e cittadini» e «anche il civismo in alcuni casi è solo di facciata» -. Il tutto mentre qualche boiardo di partito sfilava in piazza San Magno (ovviamente senza mai lasciare un centesimo al Comitato). Non si può tacere l’abile manovra di chi ha usato il Comitato Legalità come trampolino, magari a mo’ di partigiano del 26 aprile, seminando divisione a suon di diktat. Certi rancori a Legnano non passano, le teste pensanti non sono gradite, o meglio tutti le vogliono finché silenziosamente portano acqua al mulino del prescelto di turno. E così si arriva alle elezioni comunali, precedute da un clima di veti e divisioni mai visto prima, che può portare a risultati nell’immediato ma che nel lungo termine è un boomerang per chi lo mette in atto e per la città».

Se così si è arrivati alle urne, sulla stessa linea ora si «prosegue in consiglio comunale – aggiungono da Legnano Futura -. Quindi, perché stupirsi? In un’aula nella quale molti eletti, più che espressione di partiti o movimenti politici, sono rappresentanti di ben altro. I consiglieri che sanno fare un discorso politico si contano sulle dita di una mano, ancor meno quelli che arrivano in aula dopo aver letto e studiato i documenti».

Ma la responsabilità di chi è? «Attenzione a non ricadere nel solito refrain che addossa la colpa alla “politica” – avverte la civica -. Chi ha eletto i consiglieri comunali? Chi ha espresso il voto per una lista e quei pochi che hanno indicato una preferenza per un consigliere sulla base di cosa hanno scelto? Si è votato dopo aver letto i programmi, dopo essersi informati sui candidati, dopo aver valutato l’operato di chi si ricandidava, oppure dopo aver seguito pedissequamente un’indicazione ricevuta sul sagrato? La città ora ha il consiglio comunale che hanno scelto i cittadini, che li rispecchia».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 13 Agosto 2021
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